L'evoluzione di Parigi nella storia e i modelli per il futuro
Le città sono il laboratorio vivente per elaborare uno sviluppo sostenibile. L'intervista all'architetto e ingegnere Carlo Ratti, nel podcast “The Space of a Journey” di Mundys e Codice Edizioni
Pubblichiamo l’estratto di un’intervista a Carlo Ratti, architetto e ingegnere che insegna al MIT di Boston, dove dirige il Senseable City Laboratory, per il quale le grandi città rappresentano un laboratorio dove sperimentare soluzioni innovative per lo sviluppo sostenibile. L’intervista è stata rilasciata nell’ambito del podcast “The Space of a Journey”, iniziativa editoriale a cura di Mundys e Codice Edizioni.
Parigi è una città di città, con diversi quartieri e popolazioni. Seduti a Les Deux Magots, vediamo i problemi principali, il traffico, lo scambio intellettuale e i rischi del cambiamento climatico. Le città sono acceleratrici della vita umana e rappresentano sia il problema che la soluzione per il cambiamento climatico. Le città occupano solo il 3 per cento della superficie del pianeta, ma ospitano il 55 per cento della popolazione, consumano il 75 per cento dell’energia e producono l’80 per cento delle emissioni di CO2. Possiamo rendere le città più sostenibili testando nuove soluzioni in scala.
Le città sono anche sistemi naturali viventi. La mobilità attuale è interessante perché possiamo descriverla analiticamente grazie ai telefoni cellulari. Ildefonso Cerdà sognava di misurare la mobilità cittadina, e oggi possiamo farlo grazie ai dispositivi elettronici. Possiamo guardare alla città non solo come una cosa fisica, ma come un luogo di vita in tempo reale. Parigi è cambiata immensamente. Negli anni Novanta, andare in bicicletta era pericoloso. Oggi, grazie alle piste ciclabili e alle nuove tecnologie come lo sharing, Parigi è piena di biciclette. La micromobilità permette la multimodalità ovunque. Si può scendere da un Uber, salire su una bicicletta, prendere la metropolitana o la RER, e fare tutto questo in ogni luogo. Karl Popper disse che non possiamo prevedere il futuro, ma possiamo costruirlo insieme. Il futuro dipende dalle nostre azioni e conoscenze. Le città del futuro non saranno molto diverse da quelle del passato, ma possono diventare laboratori viventi dove tutti contribuiamo con innovazioni. Parigi, con iniziative come Réinventer Paris, è un esempio di come le città possano essere aperte alle idee dei cittadini, decidendo collettivamente il loro futuro. Cento anni fa, Le Corbusier propose di demolire Parigi per costruire torri moderniste, senza consultare i cittadini. Questo approccio top-down ha portato a errori enormi. Le città che ammiriamo di più crescono organicamente, dal basso verso l’alto, come Parigi prima e dopo Haussmann.
Le città sono opere aperte che evolvono grazie al contributo di tutti. Sono nate diecimila anni fa e ci uniscono, ma anche segregano. La segregazione sociale è spesso accompagnata da quella ambientale, con i più poveri che vivono nei luoghi più inquinati. Per risolvere questi problemi, dobbiamo analizzare i dati e comprendere le dinamiche invisibili delle città. Inoltre, è importante considerare come le città possano fungere da piattaforme per l’innovazione. Le città possono diventare veri e propri laboratori viventi, dove nuove idee e tecnologie vengono testate e implementate su piccola scala prima di essere adottate a livello globale. Questo approccio permette di sperimentare soluzioni innovative in un contesto controllato, valutandone l’efficacia e l’impatto prima di una diffusione più ampia. Le città, quindi, non sono solo luoghi fisici, ma anche spazi di interazione sociale e culturale. La loro capacità di adattarsi e trasformarsi in risposta alle sfide contemporanee è fondamentale per il loro sviluppo sostenibile. Attraverso la collaborazione tra cittadini, istituzioni e imprese, è possibile creare città più resilienti, inclusive e sostenibili, in grado di affrontare le sfide del futuro con creatività e innovazione.
In conclusione, le città rappresentano un microcosmo delle sfide globali e delle opportunità di innovazione. La loro evoluzione continua e la capacità di adattarsi alle nuove esigenze e tecnologie le rendono luoghi dinamici e vitali per il progresso umano. La collaborazione e l’innovazione sono la chiave per costruire città che non solo affrontano i problemi attuali, ma che prosperano e crescono in modo sostenibile per le generazioni future. Inoltre, è fondamentale riconoscere che le città sono anche centri di cultura e creatività. Offrono spazi per l’arte, la musica, il teatro e altre forme di espressione culturale che arricchiscono la vita dei cittadini e attraggono visitatori da tutto il mondo. La diversità culturale e l’interazione sociale che vi si trovano contribuiscono a creare un ambiente vibrante e stimolante, dove le idee possono fiorire e le innovazioni possono emergere. Le città, quindi, non solo affrontano le sfide del cambiamento climatico e della sostenibilità, ma sono anche luoghi di ispirazione e crescita culturale.