saverio ma giusto
Meloni ha passato con Trump "una bella serata". Ma in che senso?
Nessuno dice di tornare al linguaggio della Prima Repubblica, di un’ampollosa formalità quasi misterica. Ma qui si esagera. Anche perché sul concetto di "bella serata" ci sono più correnti di pensiero che sulla natura di Cristo
Dunque Giorgia Meloni l’altra sera è volata a sorpresa negli Stati Uniti, nella residenza di Mar-a-Lago di Donald Trump, per un bizzarro quanto informale bilaterale. Meloni ha incassato da The Donald un “assalitrice” di Unione europea (in senso buono, del resto questo è il vocabolario di Trump), pare abbia agevolato l’avanzamento di un possibile accordo da 1,5 miliardi fra il governo italiano ed Elon Musk in cambio di satelliti SpaceX (domanda: da quest’anno dovremo mettere a gara persino il Festival di Sanremo, mentre una cosa così delicata come la rete di telecomunicazioni e sicurezza del paese viene venduta una sera a cena, fra una portata e l’altra e chissà quanti calici, magari con il contratto abbozzato su un tovagliolo?), poi la nostra premier è tornata in Italia a smaltire il jet lag. A 24 ore dalla breve gita fuori porta oltreoceano, Meloni ha rilasciato a commento di questo “vertice” una breve dichiarazione ufficiale: “Bella serata con Donald Trump”. In che senso “bella serata”? Hanno scopato? Voglio dire: qui nessuno dice di tornare al linguaggio della Prima Repubblica, di un’ampollosa formalità quasi misterica, sempre in bilico fra un verbale dei carabinieri e una pagina della Torah; ma da qui a un’informalità così spiccia (comunque criptica nella sua evanescenza) ci passa di mezzo un minimo di decenza e dignità istituzionale.
Giorgia Meloni è il presidente del Consiglio italiano, un capo di stato; e quell’altro fra due settimane è a tutti gli effetti il nuovo presidente degli Stati Uniti, il capo dei capi di stato. “Bella serata” è il commento che fai a un’amica che ti chiede conto dopo un primo appuntamento; e anche in quel caso l’amica ti incalzerà per sapere di più (“vabbè ma come è andata? Lui com’è? Ci sei andata a letto? E’ vero che ce l’ha così piccolo?”). Anche perché sul concetto di “bella serata” ci sono più correnti di pensiero che sulla natura di Cristo: per qualcuno una bella serata è starsene sul divano con la copertina e una tisana a guardare un film o una serie, magari col proiettore come al cinema (e infatti pare che Trump abbia rifilato a Meloni la visione del film complottista sulla sconfitta elettorale nel 2020: non esattamente la commedia romantica che ti aspetteresti di vedere durante una “bella serata”); per altri una bella serata è quella passata a ballare sui tavoli, tra fiumi di alcol e amfetamine a go-go (e qui ci vedo come minimo una triangolazione con la tossicodipendenza di Musk).
Ci sono tante belle serate: quelle passate su un marciapiede fuori dal ristorante dove si è cenato o sotto a un portone a parlare fino a tardi senza che nessuno dei due trovi il coraggio di fare la prima mossa; quelle passate facendo sesso tutta la notte e in ogni angolo della casa, spostando e ribaltando mobili come traslocatori in calore; e quelle passate a farsi otto ore di sonno consecutive. Ci sono belle feste, con champagne ghiacciato, cibo squisito, le luci giuste e invitati brillanti e ben vestiti; e cene riuscite, in bella case o ottimi ristoranti, dove la conversazione è sempre vivace e i commensali interessanti. Insomma, ci sono tante “belle serate” possibili; ma non me ne viene in mente nemmeno una che veda coinvolti Donald Trump e Giorgia Meloni assieme.