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saverio ma giusto

Trasporti bloccati, forse c'è la lobby delle scarpe da passeggio dietro Salvini

Saverio Raimondo

Tutti gli italiani rimpiangono Salvini ministro degli Interni: almeno quando era lì bloccava solo le navi. Adesso invece il leader della Lega spaventa le persone dal prendere l’automobile e il treno. A chi fa comodo, se non a chi vende scarpe comode?

Ha ragione Matteo Salvini a reclamare per sé il Viminale. Tutti gli italiani rimpiangono Salvini ministro degli Interni: almeno quando era lì bloccava solo le navi. Adesso invece, che è ai Trasporti, Salvini spaventa le persone dal prendere l’automobile con un codice della strada proibizionista e poliziottesco, ed è per carica fra le persone responsabili della non più regolare circolazione ferroviaria: ogni giorno sui binari italiani c’è un guasto, un ritardo, una cancellazione, un qualche disservizio che porta a migliaia di sequestri di persona quotidiani, pendolari o semplici viaggiatori ostaggi di vagoni semi(im)mobili o di tabelloni ferroviari che paiono sacchetti della tombola o bussolotti del lotto, con estrazioni di numeri a caso sulla ruota dei ritardi. Ferrovie dello stato ha fatto un esposto contro ignoti con l’accusa di sabotaggio, sostenendo sia impossibile che i guasti si verifichino sempre nelle ore di massima circolazione, non può essere una coincidenza. (No, in effetti non può esserlo, visto che la coincidenza l’abbiamo persa a causa del ritardo del treno precedente). Secondo Salvini la soluzione sarebbe di ridurre le corse dei treni del 15 per cento: in questo modo, secondo le previsioni statistico-matematiche, i disservizi si ridurrebbero del 15 per cento. Scientifico, proprio.

Io credo che la realtà, prima di essere cambiata (ammesso che la si possa cambiare), vada accettata; dunque dobbiamo accettare il fatto che in Italia ci si muove solo a piedi. Matteo Salvini ministro delle Calzature, altro che dei Trasporti! Che ci sia la lobby dei ciabattini/scarpari/calzolai dietro al leader della Lega? A chi fa comodo questa situazione, se non a chi produce o vende scarpe comode, se non da trekking? Negli ultimi anni, sull’onda del successo del Cammino di Santiago, anche l’Italia dei cammini ha rialzato la testa: dalla Via Francigena alla Via degli Dèi, è tutto un brulicare di camminatori e viandanti anche qui. Che siano queste le infrastrutture su cui intende investire davvero Matteo Salvini? Il Ponte sullo Stretto è da intendersi pedonale? Vista la situazione dei trasporti italiani, direi proprio che la risposta è sì.

Dunque, mentre negli altri paesi si cominceranno a sperimentare le auto a guida autonoma, i tunnel ferroviari sottomarini, i viaggi nello Spazio, noi in Italia investiremo nei plantari. Per carità, plantari di ultima generazione: elettrici, a camminata assistita se non autonoma, che tu infili le scarpe, imposti una destinazione e quelle si allacciano e vanno da sole, s’incamminano con te dentro, e tu ti puoi anche distrarre a rispondere ai messaggi sul telefono tanto loro avranno i sensori per tutto, evitando così di pestare altri piedi o di farti finire sotto una macchina – le poche ancora in circolazione, per altro. Saremo più atletici, con polpacci forti, caviglie robuste e glutei così su da starci sotto la nuca, li potremo usare come cuscinetti per la cervicale. E così la smetteremo anche di dire che Matteo Salvini non lavora: non solo fa il ministro, ma anche il personal trainer. Con Matteo Salvini ai Trasporti, l’Italia è a piedi: meno sedentaria, più magra, più tonica. Peccato solo per le vesciche.

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