(foto Ansa)

il colloquio

Meghnagi (Comunità ebraica Milano): “Inutile la Giornata della Memoria se c'è la caccia all'ebreo”

Luca Roberto

Il presidente della Comunità ebraica di Milano: "Non si possono commemorare gli ebrei da morti e allo stesso tempo scegliere di non difenderli da vivi. Ci vuole il divieto di manifestazione per il 27 gennaio"

Non si possono commemorare gli ebrei da morti e allo stesso tempo scegliere di non difenderli da vivi. E’ per questo che dico che così com’è oggi la Giornata della Memoria è ipocrita e inutile. Serve a molti come giorno per lavarsi la coscienza. Ma non funziona così. Perché ce lo ricordiamo cosa succede negli 364 giorni dell’anno agli ebrei che vivono nel nostro paese. Costretti a nascondere la kippah per non andaere incontro a problemi”. Il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi non nasconde lo sconforto, l’amarezza provata per il clima in cui si tengono le celebrazioni per la Memoria. “Io trovo vergognoso che in una città come Milano la senatrice a vita Liliana Segre, con tutto quello che ha passato, dopo essere sopravvissuta ai campi di sterminio, debba andare in giro con la scorta temendo per la propria sicurezza”, dice al Foglio Meghnagi. Con in mente ancora le parole di Segre che si è detta “stanca del clima d’odio” che s’è abbattuto pure sulle proiezioni del docufilm “Liliana”, incentrato sulla sua storia.

 

Questo clima ostile che fa da sfondo alle commemorazioni legate alla Shoah ha convinto Meghnagi a una scelta forte: “Il 27 presenzierò solo alle celebrazioni istituzionali. Ma mi terrò alla larga da tutte quelle manifestazioni a cui partecipano personalità che hanno sparso odio nei nostri confronti. Voglio solo ricordare che tra le parole d’ordine usate dall’Anpi di Milano per chiamare alla mobilitazione lo scorso 25 aprile c’era anche la denuncia del ‘genocidio a Gaza’”. Per questo non andrà all’incontro organizzato a Palazzo Marino, dove c’è proprio l’Anpi. 

 

Secondo il presidente della comunità ebraica meneghina le ragioni per essere preoccupati sono molteplici. “In questo anno e mezzo, dal 7 ottobre in poi, è come se fossimo tornati indietro alle pagine più buie della storia. Una cosa che, anche grazie alla Memoria, pensavamo non potesse tornare: la caccia all’ebreo. Tutto questo è preoccupante e, al di là della vicinanza delle persone più care, forse non c’è abbastanza consapevolezza della gravità della situazione. Su questo credo che delle responsabilità ce le abbiano anche i media, soprattutto le tv, che continuano a invitare ospiti che manifestano un’odio antiebraico pericolosissimo”.
Meghnagi ha capito quanto fosse pericoloso il clima antiebraico che si respira in città direttamente alla Statale di Milano. “Dove abbiamo avuto varie testimonianze di studenti ebrei a cui veniva impedito anche solo di entrare in università, di poter parlare liberamente. Ma questa è democrazia?”. Adesso, in aggiunta, i pro Pal chiedono, sempre a proposito della Giornata della Memoria, che venga “aggiornata” in modo che si possano equiparare la Shoah e quanto successo a Gaza. “Sono ignoranti e sempre più spesso comandati dall’alto. Ma purtroppo non è una novità. E’ come con i bambini: devi riuscire a educarli da subito. Perché se lasci loro troppo spazio è finita. Quanto abbiamo visto nelle piazze e nelle università dal 7 ottobre in poi è indegno di un paese civile. Ci sono state manifestazioni, anche qui a Milano, dove si chiedeva di poter ‘andare a prendere gli ebrei’. Per fortuna abbiamo delle forze dell’ordine eccezionali, ma troppo spesso la politica ha offerte sponde a queste manifestazioni d’odio”.

 

Oggi nelle principali città italiane, da Roma a Milano passando per Torino, Bologna e Napoli, i movimenti pro Palestina scenderanno in piazza proprio per rivendicare un “aggiornamento della Memoria”, come abbiamo scritto ieri sul Foglio. In occasione del 27 gennaio, invece, l’auspicio è che il Viminale decida di vietare le manifestazioni pro Gaza che si potrebbero tenere in tutta Italia, come deciso lo scorso anno? “Assolutamente sì, anche perché non ha senso continuare a paralizzare i centri delle città”, risponde Meghnagi. “Spargere odio non è democrazia. La democrazia è di tutti, non solo di alcuni. E vedere manifestazioni di quel tipo proprio in occasione della Giornata della Memoria sarebbe davvero il colmo”. In conclusione, la speranza è quella di  di riuscire davvero a estendere i valori della Memoria in modo da poter contrastare derive antisemite sempre più frequenti nel nostro paese? “Noi teniamo duro, non ci abbattiamo, ma vogliamo rispetto. E non solo il 27 gennaio. Altrimenti è tutto inutile”.

  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.