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Stato e anti stato

Una terza via su Roccaraso e Napoli è possibile, o forse no

Arnaldo Greco

Né con Rita De Crescenzo, né con Borrelli. Fra super-eroismo a metà tra Gabibbo e Iene e l'impossibile tentativo di tenere assieme due estremi opposti: descrivere il capoluogo campano come città unica al mondo e fuori scala, e poi volerla come tutte le altre

Da campani, proviamo a riderci su. Nessuno ha preso in considerazione un profilo diverso. E dunque “né con Rita De Crescenzo, né con Borrelli potrebbe dire parafrasando il più famoso “né con lo Stato, né con le Br” quella parte di Napoli che non si identifica né nella calata di “Unni” che ha devastato Roccaraso né nella descrizione dei napoletani come Unni. Solo che, subito, la prima domanda da porsi dovrebbe essere: ma qui chi è lo stato e chi è l'anti stato? E, con un sorriso, si potrebbe dire che già la risposta non sarebbe scontata, visti i toni usati in questi giorni. Ma soprattutto, così come era consolatoria la possibilità di eludere quella scelta seria, lo è altrettanto questa, ben più innocua, trasposizione. Non si possono, infatti, escludere entrambi, ma bisogna accettare di contenere entrambi.

Anzi, forse, la questione di ogni polemica attorno a Napoli è esattamente questa: tenere assieme due estremi che è impossibile tenere assieme. Descrivere Napoli come una città unica al mondo, ma poi pretendere un trattamento che rifugga l’oleografia; denunciare la “terra dei fuochi”, ma protestare ferocemente se una guida turistica sconsiglia di visitare la “terra dei fuochi”; insomma voler essere assieme fuori scala e come tutti gli altri; l’ennesima città devastata dal turismo di massa e l’ultima che devi vedere prima di morire. Rita De Crescenzo e Borrelli. Già solo descrivere i napoletani come un esercito che viene meno alla proverbiale indolenza e che trova un’improvvisa comunione d’intenti grazie all’influenza della Masaniello di turno dovrebbe suscitare qualche sospetto, ma questo racconto di Napoli funziona bene e, quindi, non solo non si spreca una ricostruzione più approfondita, ma non si esercita neppure il dubbio. L’idea della plebe in pullman dove altrove c’è l’overtourism basta.

E così, sempre fermi, al voto di scambio con le scarpe di Achille Lauro, all’altarino col capello di Maradona, alla bottega dei presepi che esibisce la statuetta di Rita De Crescenzo a favore di telecamera (non c’è ancora, ma possiamo scommetterci ci sarà presto). E che ridere questi che mettono i re magi accanto a mister Conte nel presepe. Il guaio è che anche l’opposto contiene poi in sé qualcosa di fastidioso che impedisce l’adesione completa al messaggio. Il deputato Borrelli – figura che al di fuori di Napoli meriterebbe altrettanti trattati quanto quelli su Rita De Crescenzo – accumula sulle sue pagine social valanghe di denunce che lo rendono un’interessante figura di supereroe moderno. Negli ultimi giorni lui stesso ha pubblicato un fotomontaggio che lo raffigura come Superman, solo che Superman difendeva Metropolis da pochi supercattivi coscienti di incarnare il male, Borrelli deve difendere Roccaraso da torme di suoi concittadini che non hanno alcuna idea di essere i “villain” della situazione.  

Eppure decine di cittadini si rivolgono a lui quando davvero non sanno più “a che santo votarsi”. Stremate dai parcheggiatori abusivi, dalla sopraffazione, dalla maleducazione o dalla malavita organizzata. E lui realmente allevia la loro frustrazione. Il punto sta piuttosto nel fatto che la sua modalità di super-eroismo tiene assieme Gabibbo e Iene, Zorro e Bob Woodward, Michele Santoro e Gerolamo Savonarola, gogna e giustizia. E abbiamo visto già troppe volte quanto il terrore del pubblico ludibrio sia utile a sfogare la frustrazione, ma alla lunga una strategia inefficace per meritare una fiducia più che di pancia. Così non stupisce vedere i video da Roccaraso mentre litiga con i turisti della domenica. Opposti che non si allontano l’uno dall’altro, ma si attraggono e, qualche volta, senza vergognarci, sono lì di fronte a noi, e vanno perfino a coincidere.