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Influencer e sci

Le difese naturali tengono lontani i pullman dalla neve di Ovindoli

Giuseppe De Filippi

Qualche scomodità evita l'invasione. Come i parcheggi imposti dalla polizia municipale o le previsioni nuvolose con peggioramento nel pomeriggio

Ovindoli si affida alle difese naturali contro l’invasione minacciata via TikTok. Su al parcheggio delle piste non si arriva comunque, cioè non ci si arriva in nessun sabato e in nessuna domenica dopo le dieci. La polizia municipale blocca chi sale e impone, con una pragmatica forzatura del codice, di parcheggiare lungo la rampa che sale al grande spiazzo, da cui più ci si deve inerpicare per centinaia di metri nel più scomodo degli assetti con sci in spalla e scarponi ai piedi. I famosi pullman troverebbero tutto pieno anche scegliendo a sorpresa un altro fine settimana, e dovrebbero ripiegare sulla zona più bassa, sul bell’altopiano delle Rocche, che ora, senza neve, propone paesaggi e camminate adatti per sensibilità estetiche oggettivamente più avanzate di quelle che, chiunque sia l’influencer, sono prese a riferimento nella comunicazione commerciale sui social. L’effetto “con la neve”, celebrato in migliaia di palle di vetro, facilita le cose, si sa, e in montagna ha il pregio della congruità. Ma il “senza neve” e per di più col freddo (e le previsioni fanno anche nuvolo) non è semplicemente l’opposto ma è proprio un’altra cosa, per malinconici intelligenti, coraggiosi, o per ottimisti. Insomma, non è roba da gita un po’ coatta, nel senso dell’organizzazione stringente.

Gli ovindolesi sono ironici. Con l’ironia hanno sopportato prese in giro ricevute da mezze tacche, canzoncine (che poi con spirito si sente nell’attesa di risposta quando si chiana l’albergo più organizzato per gli sciatori) e battutacce cinematografiche. L’influenzed (espressione di Michele Serra) che volesse vedere un po’ di neve dovrebbe affrontare l’ulteriore spesa di una salita in cabina, e sono 12 euro, per poi arrivare dove partono altre seggiovie e dove già ieri la polizia, come fa sempre, sta impegnata a cacciare chi si avventurava a piedi sulle piste, attività dannosa e pericolosa, perseguita in tutte le stazioni sciistiche.

Forse meglio una piccola prosecuzione del viaggio in pullman per sfiorare il piccolo paese di Rovere e magari sconvolgere un po’ la quiete chic delle case paesane trasformate in super albergo. Non sarebbe un gran divertimento però.  Oppure procedere ancora fino a Rocca di Mezzo, dove c’è più dinamismo commerciale. Ma per lo shopping era meglio restare a Napoli e dintorni. Ovindoli e i suoi sciatori insomma sono sereni, anche se la tv nazionale fa uscire servizi con il decano dei maestri di sci che si dichiara pronto a far chiudere tutti gli accessi. Ma la risposta non era quella, perché col taglio di montaggio è rimasta solo la seconda parte di un periodo ipotetico dell’impossibilità. Fa niente, un po’ di pathos aiuterà in un sabato, come si diceva, previsto nuvoloso con peggioramento nel pomeriggio. Chi va provi le due piste appena aperte, servite da una nuova seggiovia quadriposto, intitolate a Max Bartolotti che amava la neve e le montagne di Ovindoli e che ha dedicato tutta la sua vita al loro sviluppo.
 

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