Quelli che vogliono buttar giù il muro della Fifa (e di Blatter)
Nel 2010 è nato un gruppo di pressione, ChangeFifa, fondato da un altro inglese, Oliver Fowler, e da un americano, David Larkin. L’obiettivo era quello di creare un organismo dal basso, con accesso al voto e alla carica presidenziale aperti a tutti gli appassionati di calcio, un’utopia di fatto, sposata pure da Damian Collins. ChangeFifa nel 2011 cercò di presentare un proprio candidato contro Blatter, l’ex campione cileno Elías Ricardo Figueroa Brander, che non accettò perché c’era troppo poco tempo per sfidare lo svizzero e fare una campagna elettorale degna di questo nome. Joseph Blatter vinse con 172 voti a favore, 17 contrari e 17 astenuti. Anche in questo caso si chiedeva una riforma della Federazione internazionale e, soprattutto, una maggiore trasparenza economica, attraverso la creazione di una commissione indipendente.
Democrazia, trasparenza e responsabilità, questo chiede oggi New Fifa Now lanciando a Bruxelles una Carta per la Fifa e un piano di 10 punti per il cambiamento: “È stato raggiunto il punto di non ritorno”, ha aggiunto Damian Collins convinto di aver lanciato una vera e propria chiamata alle armi. “Abbiamo bisogno di una rivoluzione, è caduto il muro di Berlino, deve cadere anche quello della Fifa”, ha sottolineato Bonita Mersiades, ex membro della federazione australiana di calcio e del board responsabile per l’organizzazione dei Mondiali del 2022. Ognuno con un buon motivo per fare fuori Blatter e ripulire da cima a fondo la Federazione internazionale, che si sta incartando sulle date dell’edizione del Mondiale in Qatar, in ballo tra novembre e dicembre, cioè nel bel mezzo della stagione europea tra campionati e coppe. Secondo Collins è inaccettabile e chiede che la commissione riformatrice della Fifa venga presieduta da un membro dell’Unesco, in grado di cambiare lo statuto, la policy e i membri del comitato esecutivo.
[**Video_box_2**]Vista da lontano questa disputa pare tanto rumore per nulla. Però, dopo il rapporto di Michael Garcia sulla corruzione, documentata ma non sanzionata, relativa all’assegnazione del Mondiale del 2018 in Russia e del 2022 in Qatar, la Fifa traballa e la rescissione dei contratti da parte di alcuni sponsor (Sony, Emirates, Continental, Johnson&Johnson e Castrol) fa pensare al peggio, anche se alcuni analisti l’hanno archiviata come un normale ricambio in un’attività commerciale legata a un evento planetario come i campionati del mondo di calcio. Intanto l’azienda di abbigliamento sportivo Skins si è dichiarata primo ‘non’ sponsor ufficiale della Fifa con un video postato su YouTube dal presidente Jaimie Fuller. Il 29 maggio a Zurigo ci saranno le elezioni per il prossimo mandato di presidente e Blatter se la dovrà vedere contro il principe giordano Ali Bin Al Hussein, l’olandese Michael van Praag e il portoghese Luis Figo. Nessuno dei tre al momento ha sposato pubblicamente la causa di New Fifa Now, ma, cosa più importante, nessuno pare in grado di spodestare Joseph.
Il Foglio sportivo - In corpore sano