Filosofi e fairplay
Mastri di fairplay. Vincere un po’ di rapina, col QPR, coi i tifosi s’incazzano e buttano di tutto in campo, e il Filosofo lascia perdere: “Se a fine partita qualcuno butta una moneta, mettitela in tasca. Se qualcuno butta un cioccolatino, mangialo. Non c’è problema". Insomma non proprio come gli Orfani nerazzurri a Verona: uno dei gialloblù cade, forse si fa male, forse è morto. Ma a D’Ambrosio che gli frega? Avanti, che facciamo un gol. E poi chiudiamola con un’autorete, e con un rigore parato. E dire magari grazie, ai cari amici della banda Mandorlini? Niente. Pura mancanza di fairplay. Del resto mica tutti possono essere uomini di mondo e mestri di modestia come Mou. Il quale ha detto, giorni fa al Telegraph, per il nostro galattico sollucchero e interstellare godimento intellettuale: “Penso di avere un problema, sto diventando sempre più bravo in ogni aspetto del mio lavoro, che ha avuto un’evoluzione in molte aree differenti: nel modo in cui leggo la partita, nel modo in cui la preparo, nel modo in cui alleno… Mi sento sempre meglio”. Dai Mancio, c’è sempre da imparare!
Ringraziamenti / 1 Tutta la Nord grida “Eto’o Eto’oooooo!”.
Ringraziamenti / 2 Ad Alessandro Ferrucci per l’intervista a Renzo Ulivieri (Il Fatto)