Fa caldo, ritorna il calcioscommesse
L’operazione Dirty Soccer ha lo stesso nome del libro (Gioco sporco) scritto da Ivo Romano, che per anni ha monitorato per l’Uefa l’andamento delle scommesse su coppe europee, tornei Under 21 ed Europei: “Più che il betting pre partita si segue maggiormente quello live, perché è lì che oramai si concentra la stragrande maggioranza delle giocate ed è quasi sempre lì che si comprende se il match è combinato”. Rispetto all’inchiesta in corso ci sono due partite sulle quali Romano non ha alcun dubbio: Pro Patria-Pavia (2-3, 17 gennaio 2015) e Torres-Pro Patria (4-0, 11 gennaio 2015). Il procuratore Antonino Lombardi ha raccontato che l’inchiesta è partita dalle indagini sulla cosca Iannazzo, in particolare da uno dei capi, Pietro Iannazzo: “Noi scopriamo che entra in contatto con soggetti della società Neapolis che gioca in serie D, da lì le captazioni si estendono e riusciamo a ricostruire due associazioni a delinquere finalizzate alla frode sportiva. Abbiamo individuato una serie di partite oggetto di combine e scoperto un’ulteriore associazione, più estesa e pericolosa, che ha la sua punta dell’iceberg in alcuni dirigenti della Pro Patria”.
“Le società di betting hanno un sistema interno di controllo sulle scommesse che funziona grazie a determinati algoritmi e spesso sono loro che decidono di non quotare una gara, già questo dovrebbe insospettire i controllori”, afferma Ivo Romano che da mesi lancia messaggi in tal senso, inascoltato. La stessa Lega Pro ha stretto un rapporto di collaborazione con Sportradar (società di consulenza londinese, sportradar.com, che monitora, oltre alle competizioni Uefa, coppe, prima e seconda divisione dei 53 stati membri), collaborazione che inizialmente aveva dato buoni frutti ma che di fronte all’inchiesta di Catanzaro rischia di perdere parte della sua efficacia, anche se non sappiamo se ci siano state comunicazioni dirette in tal senso agli organi inquirenti. Così, ancora una volta, finiscono in manette calciatori, allenatori, presidenti, dirigenti sportivi e finanziatori, italiani e stranieri (maltesi, russi, kazaki, cinesi e serbi): “Uno degli errori è stato pensare che quella di Singapore fosse l’unica cupola del calcioscommesse internazionale. In Asia il gioco è come una malattia, giocano tutti e dove ci sono tanti soldi la corruzione è dietro l’angolo. Le organizzazioni sono molte”, ricorda Romano. La verità è che il nostro calcio, dopo tante inchieste, non ha ancora sviluppato il giusto antivirus per contrastare questo fenomeno illecito che lega sempre più il football tricolore alla malavita organizzata.
[**Video_box_2**]Intanto a Cremona, in questi giorni, è stato sentito Hristiyan Ilievski, macedone di 38 anni e capo del gruppo di scommettitori conosciuto come “zingari”. Stancatosi della latitanza ha deciso di farsi arrestare e di vuotare il sacco in quella che è ancora l’inchiesta più vecchia, fra le tante, sul calcioscommesse in Italia e le sue ramificazioni internazionali. Ma è credibile Ilievski? “Quello che racconta è perfettamente in linea con l’andamento delle scommesse di quelle partite” ha detto al Foglio Ivo Romano. Partite di quattro anni fa, perché mentre la giustizia sportiva ha fatto il suo corso, con lo “scontificio” del Tnas (Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport), come lo definisce Romano, quella ordinaria continua a indagare e a scoprire cose nuove, cose che potrebbero rimettere in ballo classifiche e carriere che pensavamo di avere oramai archiviato. Questo vale anche per la serie D e la Lega Pro attuali. L’inchiesta di Catanzaro è solo all’inizio, tutto quello che si è visto e ascoltato (video delle partite e intercettazioni telefoniche) dovrà essere dimostrato nell’aula di un tribunale, e nel frattempo la Procura federale deve fare presto perché incombono già i nuovi campionati e i club si devono iscrivere.