Diego Armando Maradona si è candidato alla presidenza della Fifa (foto LaPresse)

Maradona, il Che in calzoncini che vuole governare la Fifa

Maurizio Stefanini
El pibe de oro si candida a successore di Blatter. "Un poeta alla presidenza", commentano Oliviero Beha e Darwin Pastorin al Foglio. Ma il suo sprezzo per le regole potrebbe essere anche un limite.

Oliviero Beha: “Maradona presidente della Fifa? Sicuramente non potrebbe fare peggio di quello che ha fatto Blatter!”. Darwin Pastorin: “Maradona presidente della Fifa? Non lo faranno mai, ma sarebbe un sogno bellissimo. Un poeta alla testa della Fifa. Il Mujica della Fifa, il Papa Francesco della Fifa!”. Dopo il principe giordano Ali bin al Hussein, Luís Figo, Zico, il presidente della Federcalcio liberiana Musa Bility, Michel Platini, il Tycoon sudcoreano e ex-vicepresidente della Fifa Chung Mong Joon, l’ex-presidente dell’Ajax e della Federcalcio olandese Michael van Praag, il camerunese ex-presidente della Federazione calcio africana Issa Hayatou, anche Diego Armando Maradona si candida alla successione di Blatter. Proposto esplicitamente dal presidente venezuelano Nicolás Maduro e implicitamente dal boliviano Evo Morales e dall’ecuadoriano Rafael Correa, il campione argentino ha fatto sapere della sua candidatura sul canale tv chavista Telesur. In particolare, attraverso l’uruguayano Victor Hugo Morales, il giornalista che assieme a lui aveva commentato per la stessa emittente le partite del Mondiale in Brasile. “Diego sarà candidato alla Fifa, con tutta l’autorità che ha”, ha detto nel corso del programma che sta trasmettendo  le partite di Copa América”. “Diego è stato una punta di lancia fenomenale per parlare della corruzione della Fifa”.

 

È esattamente quello che pensano due grandi giornalisti sportivi italiani, che sono anche due grandi estimatori di Diego Armando Maradona non solo come atleta, dove il suo livello è indiscutibile, ma anche come uomo, lì dove forse più di una discussione c’è.  Ma secondo Beha, Maradona malgrado ciò una credibilità ce l’ha. “Sono 20, 25 anni che dice peste e corna della Fifa. Da quando era il più famoso giocatore del mondo. Chi glielo avrebbe fatto fare di mettersi contro il potere, se davvero non pensava che quel potere era marcio?”. E’ lo stesso che pensa Pastorin, che si appassiona nel raccontare Maratona come suo amico personale. “L’ho conosciuto che aveva 21 anni, quando ho seguito il Mundialito del 1981. Subito mi ha colpito per le pressioni cui era sottoposto a un’età così giovane. Poi abbiamo viaggiato assieme: coi riccioli lunghi che avevamo, sembravamo due narcos colombiani. Gli chiesi come avrebbe retto alla nostalgia per l’Argentina; mi rispose che avrebbe guardato il mare di Napoli”. Dall’affetto per Maradona non lo distoglie né l’essere un notissimo juventino, membro del comitato scientifico dello Juventus Museum e con in curriculum la direzione di Juventus Channel, né l’essere un italo-brasiliano, che al suo secondo paese ha di recente dedicato il libro “Adesso abbracciamo, Brasile!”. “Ma se mi chiedono chi è stato più grande tra Pelè e Maradona, io non ho esitazioni: rispondo Maradona!”. In compenso, Pastorin confessa di essere un vecchio comunista nostalgico (“Anche mio figlio mi prende in giro!”) e perciò vede in Maradona l’eroe di una resistenza popolare contro il calcio dei miliardi e dei diritti televisivi. “Colui che può dare veramente spazio alle piccole nazioni e sparigliare tutto”.

 

[**Video_box_2**]C’è però il dato strano che Blatter a sua volta faceva il terzomondista, e Putin dice che l’Fbi lo ha colpito proprio per questo. E invece con l’Fbi si trovano ora allineati Maradona, Morales, Correa, Maduro e Telesur. “Non si può far finta che il mondo si divida in due soli campi”, risponde Beha. “Da una parte Putin, dall’altra l’Fbi. Da una parte Maradona con i suoi presidenti latino-americani, dall’altra l’Europa dei dirigenti tradizionali. No. Io credo che in questo caso Maradona faccia il suo mestiere. Lui ha sempre fatto il Che in calzoncini. E continua a farlo. Semmai sono altri che gli vengono appresso”.  Stessa idea di Pastorin. “Maradona ha sempre contestato le regole. Anche contro gli Stati Uniti al Mondiale del 1994, con quegli orari e quei campi impossibili. Purtroppo, non gli permetteranno di diventare il Mujica e il Papa Francesco della Fifa”.  

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