Filosofi e nuovi (presunti) filosofi
La tentazione di pensare che Sarri sia il nuovo Conte, solo con un toupé diverso e occhiali che neanche un saldatore di Bagnoli degli Anni Sessanta, a questo punto è insuperabile. La tentazione di abituarsi troppo rapidamente (rassegnarsi mai) al fatto che Paulo Sousa sia una specie di reincarnazione di Mou è dietro l’angolo, ma a tenerla a bada ci aiuta proprio lui. Che studia da Filosofo, è chiaro, ma finché dice fregnacce tipo: “È bella questa sensazione della gente e della città che ti spingono”, allora noi Orfani del Pensiero Supremo dormiamo tranquilli. Perché il Filosofo di Setubal – checché stia vivendo un periodo che lo livella quasi, come media punti, a Sinisa il Rossonero – ha sempre un pensiero superiore: “E’ sicuramente il periodo più brutto della mia carriera. E’ arrivato tardi, dopo 15 anni, ma è qualcosa che mi sta aiutando a essere migliore”, ha detto. Nonché: “E’ un’esperienza fantastica, ma che non voglio si ripeta”. Ed è questo che ancora fa la differenza con Mancio, uno che invece dice: “Secondo me eravamo un po’ troppo lenti nel far girare la palla”. Lenti? Miguel Gotor sembra Bolt, al confronto.