Calcio intercettato
Sheffield. Quando negli anni Ottanta frequentavo per la prima volta l’Italia confesso di avere avuto una svolta pericolosa tra il pop e il trash: a corto di brandy, per stordirmi e divertirmi guardavo quei film un po’ spinti degli anni Settanta, ed ero poi diventato fan di Boldi e De Sica: da “Vacanze di Natale” non ho perso un cinepanettone fino a metà dei Novanta, quando il mio ritorno in patria mi ha guarito da quella malattia. Brutti, demenziali e mal recitati, quei film mi divertivano moltissimo. Seguendo la serie A oggi sto avendo un deja vu clamoroso, un inaspettato ritorno alla giovinezza trash: il campionato italiano mi diverte, esattamente come Boldi e De Sica. Brutta, demenziale e mal giocata, la serie A di quest’anno è un mistero inesplicabile. L’Inter data per stordita dopo la sconfitta in casa con la Fiorentina ha battuto la Roma che aveva passeggiato sulla Fiorentina stessa, poche giornate prima sconfitta dal Torino che ha poi perso 3-0 con la Lazio, sconfitta ignobilmente in casa dal Milan dopo che già aveva perso con l’Atalanta, a sua volta ammazzata dal Bologna che fino a domenica aveva battuto giusto Carpi e Frosinone, Frosinone che aveva fermato la Juve a Torino, là dove l’Udinese aveva vinto prima di perdere contro chiunque. Divertente? Sicuro. Bella? Direi proprio di no.
Non è solo colpa dell’Italia, sia chiaro: mi pare che in Europa non si stia molto meglio: non c’è un campionato in cui si esprima un livello di gioco decente, non ci sono squadre che sembrano imbattibili e i campioni più forti sono gli stessi degli ultimi sei-sette anni. In Francia il campionato è a livello di un torneo condominiale e il Paris Saint-Germain ha già 10 punti di vantaggio sulla seconda dopo dodici giornate: la Ligue 1 è una supercazzola al cui confronto il pensiero di una ospite qualsiasi di “Tiki Taka” è pura filosofia. La Bundesliga annoia al semplice pronunciarne il nome, e la Liga spagnola si sta rivelando la solita buffonata tra le due squadre di pagliacci. Ammetto che persino in Premier League quest’anno non si respira grande calcio, ma se la serie A è un film di Boldi e De Sica, il campionato inglese è una pellicola di Mel Brooks. Cacca e risotto, insomma.
Hazel O'Sullivan, fidanzata del centrocampista del Tottenham Andros Townsend, non è riuscita a trovare un tanga comodo per seguire la sfida di ieri sera tra Spurs e l'Aston Villa. Alla fine ha dovuto seguire il match in piedi davanti alla tv.
A peggiorare la cinepanettonica situazione italiana ci pensa il caso Tavecchio, già pigramente ribattezzato TavecchioLeaks, la solita gazzarra miope e mirata che impedisce di guardare alla “big picture”, come direbbe il giornalista anglofilo collettivo. La “big picture” è che il problema del calcio italiano non è il presunto antisemitismo o la presunta omofobia di un burocrate, ma la struttura burocratica in sé. Detronizzare un Tavecchio sulla base di un’estorsione di frasi impresentabili è come condannare Blatter per qualche scontrino non giustificato, un ottimo modo per non occuparsi del problema.
La fraseologia di Tavecchio quando si parla di ebrei è di parecchio sotto la soglia della decenza, ma qui mi trovo a convenire con il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti: “Nell’ultimo capitolo dei TavecchioLeaks, siamo sinceri, si ravvisa anche un forte odore di trappolone”. Trappolone perché se mi registrassero a mia insaputa mentre parlo di Platini al pub con un interlocutore interessato che mi istiga, l’Interpol mi verrebbe a prendere prima di mettere le labbra sulla terza pinta. L’orrore che una certa facilità di linguaggio del burocrate può indurre non può giustificare la pervasiva e barbara usanza di registrare e sputtanare, passione italiana largamente condivisa fra magistrati e giornalisti, specialmente quando di argomenti onorevoli per sfiduciare la Federcalcio ce ne sarebbero eccome.
[**Video_box_2**]Certo, un po’ di legna per tener vivo il fuocherello mediatico serve sempre, lo capisco. In Inghilterra di solito lo alimentiamo parlando di calcio oppure di donne, in Italia si preparano servizi del genere “chissenefrega” su che fine hanno fatto Kallon, Morimoto, Krasic e altri mediocri del passato che potrebbero suscitare la curiosità di chi proprio non ha più niente da leggere, quelli che a tavola leggono l’etichetta dell’acqua minerale e sperano che al tavolo di fianco qualcuno dica “ebreacci” per poterlo registrare.