Riecco Nadal. Il tennis delle grandi occasioni non sa che farsene del futuro
L’ultimo torneo di tennis della stagione, il Master di fine anno, è uno spettacolo per pochi. A Londra, infatti, sono solo otto i giocatori ammessi , i più forti del mondo. Prima di diventare la sede del torneo, l’O2 Arena ha ospitato i concerti dei Led Zeppelin e dei Rolling Stones. Questo stadio non ha niente a che vedere con Wimbledon e con il suo silenzio da cattedrale. I campi sono in cemento, gli sponsor ovunque e i giocatori si vestono tutti di nero. Loro sono sempre gli stessi: Djokovic, Murray, Federer e Wawrinka, e poi Nadal, Berdych, Ferrer e Nishikori. Il tennis delle grandi occasioni non sa cosa farsene del futuro e di tutti quei giocatori che hanno smesso da tempo di essere delle promesse. Roger Federer ha dichiarato che giocherà questo torneo anche l’anno prossimo evitando così ogni domanda su un suo possibile ritiro. Perché dovrebbe? Il Djokovic dei record quest’anno ha perso soltanto sei volte, tre delle quali proprio contro di lui, Federer. L’ultima volta è stato proprio al Master tre giorni fa – era una partita del girone, è vero, non c’era eliminazione diretta – Federer ha vinto 7/5 6/2. Djokovic è sempre il favorito in questo torneo, anche se Londra ancora una volta non fa il tifo per lui. E gli altri? Gli altri giocano e non entusiasmano, come al solito.
Di Rafael Nadal da un po’ di tempo si è cominciato a parlare al passato, come se ormai fosse finito, un ex campione che deve adattarsi a stare dove sta, qualche semifinale e niente di più. La prima volta che è stato ammesso a giocare tra i migliori otto è stato nel 2005, dieci anni fa. Quell’anno aveva vinto Montecarlo, Roma e poi Parigi, il suo primo Slam. Ha giocato undici edizioni del Roland Garros vincendolo nove volte. E poi due volte Wimbledon, l’oro olimpico, ha vinto tutto quello che c’era da vincere. In quegli anni si pensava che Federer non potesse perdere mai, lui riusciva a batterlo quasi sempre. E’ stato il giocatore più giovane a completare il Grande Slam, questo però anni fa. Nel 2015 Nadal ha giocato poco e ha perso tanto. Il braccio sinistro, quello migliore, non faceva più nessuna impressione a guardarlo. Al Roland Garros, dopo aver perso in semifinale contro Djokovic in molti hanno pensato che fosse finita davvero. “Si sente invecchiato?”, gli hanno chiesto. E lui, che stava per compiere ventinove anni, ha ammesso di sì. Il fisico non si dimentica di niente, Nadal aveva corso troppo. Avrebbe vinto ancora? Lui preferiva non rispondere, negli studi televisivi erano tutti pronti a scommettere che no, non avrebbe vinto più. Lo sport è davvero molto semplice. Quando giochi male, di solito perdi. Quest’anno a Wimbledon è uscito al secondo turno, sconfitto da uno sconosciuto. “Che cosa è successo?”. “Ho avuto paura”. Arrivando a Londra per il Master, Nadal non si è dimenticato di nessuna delle sconfitte di quest’anno. “Gli altri giocatori sono tutti più forti di me”, dice in conferenza stampa, ed è sincero.
[**Video_box_2**]Non bisogna credergli però, aveva detto più o meno la stessa frase subito dopo aver battuto Federer in finale a Wimbledon nel 2008. Sta lavorando, finalmente dopo molto tempo si sente bene. Non ha più paura ed è convinto cha passerà anche questo anno maledetto. Prima che il torneo cominciasse, durante una conferenza stampa gli è stato chiesto se pensasse al ritiro. Rafa allora si è arrabbiato, adesso basta però, non sono il numero 100 del mondo, sono il numero 5. “Me ne accorgerò da solo quando sarà il momento di dire addio”, ha detto, e se n’è andato. In campo ha battuto in due set Murray e Wawrinka, il numero 2 e il numero 4 del mondo, poi anche Ferrer, il numero 7, ed è in semifinale. Giocherà contro Djokovic. In totale i due hanno giocato contro 46 volte, 23 vittorie a testa. Le ultime tre volte che si sono scontrati ha sempre vinto Djokovic, che è il favorito anche oggi. Eppure in questi giorni, guardando Nadal esultare a qualcuno è venuto in mente il vecchio campione, quello che era meglio non trovarsi di fronte. Non è ancora il momento di dire addio. Chiedetelo anche a Federer, Nadal non muore mai.