Fifa, triplice fischio
Manchester. E’ andata male al Manchester United di Luis Van Gaal: se i Red Devils giocassero in Italia avrebbero almeno potuto sperare di incontrare il Torino, sabato, e non il Norwich. La squadra granata ha infatti la capacità unica di resuscitare qualunque squadra in crisi incontri, risvegliando avversari addormentati e facendo tornare al gol campioni appannati e bidoni ammaccati. Ma la Premier League non è la serie A – sebbene il livello bassino di tante squadre le acomuni quest’anno – e gli orfani di Alex Ferguson hanno perso 2-1 in casa, suggellando la fine della storia d’amore, in verità mai sbocciata, tra i tifosi e il manager olandese che da vent’anni vive delle glorie del passato come un Fabio Capello. Adesso in Inghilterra tutti scommettono che arriverà Josè Mourinho, e che Van Gaal si gioca tutto nelle prossime due gare. Poiché il calcio sa essere più stronzo di un tiro deviato dalle chiappe di un difensore nella propria porta al 93’, l’addio all’Old Trafford Van Gaal potrebbe darlo lunedì 28 dicembre, contro il Chelsea orfano di Mourinho. I Blues saranno allenati da Guus Hiddink, che poco più di un anno fa ha preso il posto di Van Gaal sulla panchina dell’Olanda, e in pochi mesi ha portato gli Arancioni a non qualificarsi per gli Europei del 2016. Un incrocio da gustare al pub davanti a un brandy d’annata, nelle stesse ore in cui i tifosi italiani si aggireranno per le loro città chiedendosi il senso di due settimane senza calcio.
Helen Flanagan, fidanzata dell’attaccante dell’Aston Villa Scott Sinclair, fa gli auguri ai lettori di “That win the best” e spera che qualcuno a Natale le regali almeno un paio di mutande
Meglio due settimane che otto anni, sia chiaro. Confesso che la notizia della squalifica dei due smilzi padroni del calcio mondiale, Joseph Blatter e Michel Platini, non mi ha intristito particolarmente. E’ servita un po’ di birra per tenere a bada il mio reflusso garantista, ma non posso che sorridere vedendo con quale ridicola accusa sono stati fatti fuori il capo della Fifa e quello della Uefa. Sarebbe bastato vedere che baracconata circense sono ormai diventati i Mondiali, o leggere l’elenco dei club sconosciuti che prendono parte a Champions ed Europa League da qualche anno a questa parte rendendo interessanti solo le partite dalle semifinali in poi, per capire che il tempo della pensione era giunto per loro, e da parecchio. La Fifa è come l’Onu, l’Uefa una scimmiottatura del tutto in salsa buonista: quel “respect” fatto appiccicare da Platini sulle maglie dei calciatori europei è come il “light” stampato sui vasetti di maionese. Gran parte del calcio che ci è stato propinato in questi anni è più finto della birra analcolica, eppure ce ne siamo bevuto un sacco, convincendoci anche di esserne ubriachi. Come nel migliore dei regimi autoritari, Sepp e Michel sono stati puniti con la stessa arma da loro usata per portare verità e giustizia nel mondo del calcio: l’etica. Per questo sono pessimista per il futuro, uno sport nelle mani di un comitato etico rischia di fare la stessa fine di Dzeko nelle mani di Garcia, diventare il fantasma di se stesso. Se è questo che vogliamo, mi stupisce che Matteo Renzi non abbia ancora proposto Raffaele Cantone per la presidenza di Fifa e Uefa.
[**Video_box_2**]Il Foglio mi chiede un rapido giudizio sul 2015 calcistico, anche se come ho detto la Premier League continua. Che dire? Per fortuna che finisce, questo 2015 che per il calcio inglese è stato più triste di un dopo partita di Coppa Italia su Rai Sport (ma lo avete visto quell’albero di Natale che grida vendetta, dietro a Enrico Varriale?), più inutile di un gol di Borriello nel Carpi, più insensato di un servizio sui cani giocolieri e le nutrie bagnino di Studio Aperto, più sbagliato dell’assegnazione di Miss Universo alla ragazza colombiana. Tre squadre inglesi sono agli ottavi di Champions League, per carità, ma tutto fa pensare che la loro strada sarà breve. Alla fine a vincere saranno i soliti catalani, reduci da quel torneo amichevole invernale che si chiama Mondiale per club, dove prima di giocare una partita seria (seria per modo di dire, è pur sempre contro una sudamericana) si fanno imbarazzanti esibizioni contro squadre di figuranti asiatici, centroamericani, africani e neozelandesi. Un’altra grande innovazione di Joseph Blatter, of course.