Boateng, finalmente un gradito ritorno
Ci siamo ripresi il Boa, ballerino di Thriller e compagno di “bella Melissa”. Era stato ceduto allo Schalke 04 nell’agosto 2013, aveva allora ventisei anni, aveva giocato con noi cento partite, vinto uno scudetto e una supercoppa e segnato diciassette gol, niente male per un centrocampista. Gol anche pesanti: al Barcellona, al Psv Eindhoven.
Una volta contro il Lecce vinse praticamente da solo, in rimonta, tre suoi sardanapali finirono all’incrocio dei pali. I tedeschi gli fecero un contratto per tre anni con opzione per un quarto: è finito fuori rosa in pochi mesi, scarso rendimento e condotta non professionale, si sa che da quelle parti non ammettono pause sul lavoro. Doveva andare a giocare negli Emirati, non ha superato le visite mediche, si sa che da quelle parti guardano accuratamente la dentizione del cavallo.
Ora è tornato, nessuno sa riciclare come noi. A marzo compirà ventinove anni, è sempre alto un metro e ottantasei per ottantasei chili, forse qualcosa in più, ma pare che abbia voglia di fare. Al mister piace. L’ha mandato subito in miniera, all’Olimpico. Dove ha divelto piedi e palle, con il suo solito stile sgraziato ma con costrutto. La Roma però non è test probante: aveva più paura di noi. Comunque in una rosa di pallidi fighetti, uno che è istinto e non ha paura, non può certo sfigurare.
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