Gli orrori del primo Pallone d'Oro dell'èra post Blatter
Londra. Uno dei supplizi di ogni inizio anno è il dovere assistere alla cerimonia di premiazione per il Pallone d’Oro. Assuefatto al brandy, ormai neppure la mia riserva buona basta a superare indenne questo momento di bassa televisione e offesa all’intelligenza dei tifosi. Prima di evaporare, Sepp Blatter ha trasformato quello che un tempo era un premio serio in una pagliacciata poco credibile, con sempre le solite facce a menare le danze e uno show che potrebbe durare la metà del tempo senza offendere nessuno. Le dichiarazioni durante lo spettacolo in diretta sono come quei giorni di pioggia in cui cadono tre quarti delle precipitazioni dell’anno: in due ore sembra di sentire tutte le interviste post partita di un’intersa stagione. Si va dal “gioco per divertirmi” e “il mio obiettivo è migliorarmi”, al “gioco al servizio della squadra”, passando per “voglio ringraziare il calcio in generale”.
Quest’anno, poi, la farsa era resa palese dall’errore che qualche giorno fa il sito ufficiale della Fifa aveva fatto, pubblicando online per qualche istante la classifica finale del Pallone d’Oro. Tutto più finto del solito, dunque, con lo scoglionatissimo Cristiano Ronaldo costretto a simulare tensione in attesa del verdetto finale, e Neymar che sapendo già di avere perso si è vestito da Charlie Chaplin. Lo show si apre con l’esibizione di un duo di violoncellisti elettronici che spaccano le corde e si rotolano per terra in preda al delirio. Il pubblico applaude imbarazzato e poi si comincia. I due presentatori non se la sono cavata neppure male: Kate Abdo è splendida come sempre, anche se è costretta a fare la scenetta in cui parla in più lingue per dimostrare di essere intelligente pure lei (e lo è, oltre la media); James Nesbitt fa le facce tutto il tempo, si muove bene sul palco ma mette in scena gag che sarebbero fischiate in un villaggio vacanze: il selfie con i nominati, il finto ritardo al rientro da un servizio video perché impegnato nel retro del palco a farsi fare l’autografo da una calciatrice e cose così.
La fidanzata di Neymar, Gabriella Lenzi, un po’ contrariata dal verdetto del Pallone d’Oro
[**Video_box_2**]La top 11 è la solita carrelata con i soliti noti, tutti spagnoli tranne qualche rara eccezione: viene il sospetto che i calciatori di Real Madrid e Barcellona abbiano ormai delle controfigure che da anni vivono lì per comparire solo nella foto finale. Originalissime le domande ai premiati: ai difensori si chiede come sarebbe dover fermare certi attaccanti, agli attaccanti come sarebbe provare a segnare con certi difensori. Nesbitt scomoda persino Van Basten, seduto tra il pubblico, lo sveglia dal riposino che stava facendo e gli chiede cosa farebbe se dovesse allenare una squadra così: “Niente”. Ottima risposta. Incredibilmente gli 11 premiati (10, Neuer dopo l’inculata dello scorso anno non si è presentato) indossano giacche sobrie, eccezion fatta per Pogba, che conferma il fatto che ormai le uniche categorie che pescano dall’estetica del rap sono i calciatori e i jihadisti. Parte un montaggio video molto trash con una finta azione di questa “squadra dei sogni”, alla fine segna Cristiano Ronaldo. Blatter non sembra mai esistito, anche se le scenografie sono ancora le sue: meno spazio a marchette e amici degli amici sul palco. Persino il momento-Africa, con lacrimuccia per come il calcio porti speranza ai giovani di quelle parti è sobrio. Messi, Cristiano Ronaldo e Neymar vengono presentati almeno sei volte ciascuno, e ogni volta l’applauso è meno convinto. Il contributo video per Messi lo fa Lavezzi, che sembra suo nonno invecchiato male, in quello per Neymar si parla di Pelè e Ronaldo, e quando CR7 ripete per la quarta volta con una paresi facciale che il suo obiettivo è migliorarsi sempre, danno il premio per il gol dell’anno. Florenzi è andato fin lì perché ci crede, ma ovviamente premiano un altro, Wendell Lira.
Ritirando il premio Lira piange, piange anche la moglie tra il pubblico e persino noi a casa, che già non ne possiamo più. La discutibile scelta della regia di mostrare in slow motion il premiato di turno che si alza dal posto come in un video musicale degli anni Ottanta è terribile. L’unico momento spiazzante della serata è subito dopo l’annuncio del premio a Carli Lloyd come migliore calciatrice del mondo. Con un vero gesto di rottura degli schemi, Lloyd dà un bacio sulla bocca a un uomo, poi sale sul palco. Ah, il Pallone d’Oro lo ha poi vinto Messi.