Simone Zaza e Ciro Immobile in Nazionale

Ecco Zaza e Immobile, i gemelli perfetti per Conte

Leo Lombardi
I due attaccanti sono stati decisivi nell'ultima giornata. Dalla malinconia dell'avvio di stagione, alla gioia di oggi. Simone punisce il Napoli e Ciro trascina il Toro nella rimonta di Palermo. E ora entrambi guardano alla Nazionale.

Dovevano segnare il nuovo corso del calcio italiano, in versione azzurra. Hanno rischiato di immalinconirsi tra le seconde scelte, per opzione personale. Il destino si è divertito a farli ritrovare protagonisti nella stessa giornata, uno poche ore dopo l'altro. Simone Zaza e Ciro Immobile erano i prescelti di Antonio Conte, la coppia cui affidare il destino dell'attacco della Nazionale, dopo l'equivoco Balotelli al disastroso Mondiale brasiliano. Attaccanti muscolari e coraggiosi, pronti a buttarsi in una mischia in area avversaria come a ripiegare per dare una mano ai compagni. Universali, come si ama sempre dire. E giovani quanto basta, chiamati a compiere il salto definitivo verso l'insostituibilità, come confermato dalle prime partite dell'Italia. Immobile si prende la soddisfazione di segnare al debutto contro l'Olanda, Zaza lo segue poco dopo in Norvegia, alla seconda presenza in azzurro. Ma gli elogi hanno le gambe corte. Il primo a perdersi è Immobile. Il trasferimento record dal Torino al Borussia Dortmund si rivela subito un salto nel buio. Incomunicabilità linguistica e tecnica, l''erede di Robert Lewandowski diventa ben presto un inquilino fisso della panchina. Le cose vanno meglio a Zaza, che nel Sassuolo continua a fare il proprio mestiere senza però trovare la stessa felicità realizzativa in Nazionale, complice (forse) anche l'assenza del gemello designato.

 

Un cammino in discesa che si fa ancora più veloce quando il centravanti lascia l'Emilia per approdare alla Juventus in estate. La concorrenza è forte e lo stesso inizio titubante dei bianconeri relega Zaza in un angolo, accade raramente di vedere il suo nome tra gli undici scelti per il campo dal primo minuto. Ma l'uomo ha la testa dura, è abituato a guadagnarsi tutto con il sudore e con il lavoro. Lo fa anche alla Juventus, sfruttando le poche occasioni concesse per mettersi in evidenza. Ricorda a tutti che c'è vita oltre il triangolo Dybala-Mandzukic-Morata: segna in campionato, segna in Coppa Italia, segna in Champions League. In Europa lo fa contro il Siviglia, la squadra in cui Immobile sta ulteriormente immalinconendosi dopo aver lasciato la Germania. Le cose per lui non sono cambiate, poche presenze e tanta panchina. Una lenta agonia cui l'attaccante decide di porre fine quando riceve una ciambella di salvataggio dal Torino, pronto a sacrificare il vitello grasso per riaccogliere a gennaio il figliol prodigo. Vitello che tanto grasso non è, visto che il Borussia lo cede per meno di un milione di euro rispetto ai quasi venti pagati (e ne vedrà altri undici a giugno, se Urbano Cairo riscatterà il giocatore).

 

[**Video_box_2**]Dettagli, comunque, visto che per l'attaccante il tempo del distacco sembra trascorso senza aver lasciato segni. Riparte subito con un gol, si riscopre anche uomo che manda gli altri a segno. Il problema è il resto della squadra, visto che il ritorno di Immobile coincide con il peggiore periodo del Torino: pareggi, sconfitte e critiche feroci al gioco, non solo involuto ma pure privo di passione, il delitto peggiore per un tifoso granata. Una spirale negativa cui proprio Immobile trova una via d'uscita con due gol (come in Serie A non gli capitava da quasi due anni: erano stati tre al Livorno), lasciando tutti i guai al Palermo battuto domenica. Un segnale di vita giunto dopo la notte perfetta di Zaza, autore della rete che ha deciso lo scontro diretto contro il Napoli e completato la rincorsa della Juventus, tornata capolista in campionato come le era capitato nei quattro precedenti. Un gol dei suoi, fatto di potenza e incoscienza, con l'aiuto prezioso del destino materializzatosi sotto forma di deviazione da parte di Albiol. Una rete che conferma una capacità straordinaria di andare subito al sodo, visto che Zaza segna ogni 79 minuti in stagione: difficile trovare uno capace di tenere un simile ritmo. Una rete che, unita alle due di Immobile, riunisce quelli che avrebbero dovuto essere i nuovi gemelli dell'attacco italiano. E che forse fanno ancora in tempo a convincere Conte in chiave Europeo.