Nibali senza gambe e fortuna, brinda Kruijswijk. E' un Giro senza quaglie
Lo Squalo rompe il cambio a due chilometri dall'arrivo della cronoscalata dell'Alpe di Siusi e perde due minuti e mezzo dall'olandese in maglia rosa. Primo a sorpresa (e per 16 centesimi) è il russo Foliforov. Abecedario della corsa: Q come quotidiano, Q come quaglia.
Quindicesima tappa, Castelrotto-Alpe di Siusi, 10,8 chilometri – Ieri una lunga transumanza dolomitica, oggi uno sprint verticale: 210 a 11 in termini di chilometri, sei a uno le vette, tutti contro tutti e tutti contro il tempo. Vincenzo Nibali ieri come oggi passa una giornata che buona non è, che è inseguimento e distacco. E se i pedali girano meno di quanto sperasse, verso l’Alpe è stata la sfortuna a cacciare ancora più indietro lo Squalo. Quando a circa due chilometri dalla vetta la catena della bicicletta del messinese salta, scende, si intoppa, blocca i pedali e spacca il cambio, per lui il ritardo era già ampio, le possibilità di recuperare qualcosa dai primi pochissime. A peggiorar le cose ci ha messo la sorte. Nibali deve scendere di bici, inforcarne un’altra, ripartire da fermo: 40/50 secondi buttati, 2’10” dal primo, venticinquesimo al traguardo. E ora sono quasi tre minuti di distacco da Steven Kruijswijk che si conferma in rosa e infligge secondi e minuti a tutti.
L’olandese è secondo al traguardo, fregato di sedici centesimi dal russo Alexander Foliforov, uno che prima del via puntava ai primi dieci della classifica e che invece si ritrova a oltre un’ora di distacco. L’olandese è tipo tosto, che in salita va agile alla maniera di Indurain, che si fa vedere poco e che si ritrova lassù, in cima alla classifica tra lo stupore dei più e forse anche suo. A ogni intervista il suo viso è incredulo, a ogni risposta l’evidenza che quella maglia era insperata, non premeditata, arrivata per lavoro svolto più che per talento innato. Kruijswijk guarda alla terza settimana convinto di poter rimanere dov’è, con quel colore addosso. Gli anni scorsi era alla terza settimana che la sua determinazione trascinavano le sue gambe fuori dal gruppo e dietro ai primi. Ora dovrà farle andare ancora più avanti, farle scattare oltre la voglia di rivalsa di Nibali e Valverde, che erano arrivati al Giro per essere inseguiti e ora, a una settimana dal termine, si ritrovano inseguitori.
ARRIVO: 1. Foliforov (Gazprom) 28'39";2.Kruijswijk (LottoNL) ST; 3. Valverde (Movistar) +23"; 4. Firsanov (Gazprom) +30"; 5. Scarponi (Astana) +36"; 6. Chaves (Orica) +40"; 7. Zakarin (Katusha) +47"; 8. Dombrowski (Cannondale) +52"; 9. Jungels (Etixx-Quick Step) +1'04"; 10. Majka (Tinkoff) +1'09".
CLASSIFICA GENERALE: 1. Kruijswijk (LottoNL); 2. Chaves (Orica) +2'12"; 3. Nibali (Astana) +2'51"; 4. Valverde (Movistar) +3'29"; 5. Majka (Tinkoff) +4'38"; 6. Zakarin (Katusha) +4'40"; 7. Amador (Movistar) +5'27"; 8. Jungels (Etixx) +7'14"; 9. Siutsou (Dimension Data) +7'37"; 10. Fuglsang (Astana) +7'55".
Q come QUAGLIA, anzi come QUAGLIODROMO – Fino a prima del 1997 esistevano dei tiri a segno che avevano le quaglie. Giustamente i partecipanti del Giro d’Italia, venendo a sapere ciò (dopo la tappa Rieti-Belluno) firmarono per chiedere di abolire i quagliodromi. Allora in Italia esistevano 70 quagliodromi. Il governo li chiuse. Dispiace per chi lavorava in quel settore. Oggi in Europa esistono 16.000 quagliodromi, tra regolari e abusivi. Gli organizzatori delle corse più importanti si sono messi d’accordo per non far passare le tappe nelle località dove ci sono. Come titolare di un quagliodromo parlo contro il mio interesse, ma per me hanno fatto bene a chiuderci. Al capannone adibito al tiro della quaglia ho scoperchiato il tetto per non pagare l’Imu. I clienti del mio quagliodromo vanno all’estero a praticare questo brutto e completo sport.
Q anche come QUADRILATERO DELLA MODA DI MILANO. Qui durante il Giro sono esposte tutte le maglie delle squadre in corsa. Le commesse sono vestite anche loro da cicliste. E chi entra e dice “buongiorno, chi è in testa oggi?”, gli verrà fatto uno sconto del 70 per cento. E’ chiaro che tale offerta vale solo durante l’orario in cui si sta svolgendo la tappa.
Q come QUOTIDIANO – Cambiano i corridori, gli scenari, le biciclette si evolvono, si alleggeriscono. Le maglie dei corridori dimenticano la lana di un tempo e diventano veli di materiale tecnico, leggero e traspirante, come le mantelline, antivento, antipioggia, antisole. Eppure in questo ammodernarsi c’è qualcosa che non cambia, che rottama tutte le rottamazioni: il foglio di giornale. Anche ieri nel caldo dolomitico, in cima ai passi, lassù oltre i duemila metri, meccanici e tifosi qualsiasi allungavano ai ciclisti pagine rosa, pagine grigie, pagine di quotidiano in ogni caso. E loro, i girini, allungavano la mano, ne prendevano una, la mettevano tra pelle e maglia. Ancora non c’è niente di meglio per proteggersi stomaco e pancia, per evitare blocchi digestivi, per evitare di gettare al bagno un intero Giro d’Italia. Il giornale è il testimone dei campioni e campionissimi, di gregari e mestieranti di un tempo, con quelli di oggi, con quelli che corrono e rendono onore alla corsa in questi giorni. Tre Giri fa all’arrivo di Cortina d’Ampezzo Joaquin Rodriguez vinse e dopo il traguardo, dopo aver abbracciato tecnici e compagni, tirò fuori dalla tasca posteriore della maglietta un foglio della Gazzetta. Al giornalista che gli chiese spiegazioni sul perché non usasse il gilet antivento rispose: “E perché dovrei. Non hanno inventato nulla di meglio”.