Peggio della Copa America, solo questo Europeo. Peggio di lui, solo la Rai
Datemi un risultato che non sia scontato, già visto, previsto o prevedibile (non dico dagli scommettitori, ché così sono bravi tutti, dico dalla gente normale) in questo Europeo. Bello, per carità, discretamente giocato finora, niente da dire, ma più scontato della battuta sul bisnonno che alla notizia “oggi giocano Austria-Ungheria” chiede “contro chi?”. La Germania rischia ma vince, l’Inghilterra gioca bene ma se la prende nel culo, la Francia è favorita da arbitri e buona sorte, la Spagna fatica ma rispetta il pronostico, l’Albania soffre l’emozione dell’esordio, la Svezia senza Ibra sarebbe come un magistrato senza intercettazioni: impotente. Quando venerdì scorso ho acceso il televisore e ho visto cinque minuti dello spettacolo di inaugurazione di Euro 2016, ho subito sentito la nostalgia della Copa America. Ho scoperto per caso dell’esistenza di questo torneo provinciale, in cui stati un tempo colonie o di cui ignoravo l’esistenza si scontrano con le controfigure di Nazionali che il luogo comune vorrebbe fortissime, come il Brasile, l’Argentina o l’Uruguay.
Costretto dal Foglio a seguire l’Europeo anche sulla Rai, una sera mi giravo nel letto in preda agli incubi: legato a una sedia dentro allo studio del “Grande match”, ero costretto a sorbirmi per l’eternità gli spiritosissimi sketch di Dario Cassini sugli Azzurri e rimpiangere il Mundial del 1982 (ma in Rai lo sanno che l’Italia ha vinto anche in Germania nel 2006? O stiamo in realtà rivedendo delle repliche di qualche programma degli anni Novanta?). Quando l’incubo si è fatto insostenibile – quando cioè Paola Ferrari ha cominciato a flirtare con Arrigo Sacchi – mi sono alzato e ho acceso la tv. Lì ho visto che da qualche parte si stava giocando Perù-Brasile. Era la Copa America, oltretutto giocata negli Stati Uniti: un incubo peggiore, se possibile. Ma poiché amo il calcio a prescindere, sono rimasto lì a guardarla. E ho fatto bene. Vedere i peruviani sconfiggere i pagliacci brasiliani grazie a un gol di mano, immaginare l’ennesimo psicodramma nazionale in corso, i processi a Neymar, le accuse a Dunga, le polemiche sul poco peso politico della Federazione carioca o il poco impegno dei calciatori che militano nei campionati europei, mi hanno riconciliato con il calcio e con la mia nottata funestata dalla Rai: vedi che c’è chi sta peggio di noi sfigati inglesi, i migliori favoriti perdenti della storia. Per fortuna ci sono i cugini del Galles (è pur sempre Regno Unito, se ho goduto per lo scozzese Murray vincente a Wimbledon perdonerete la mia esultanza al gol di Bale, e soprattutto alle gesta degli irlandesi).
Ma insomma, c’è poco da fare, questi Europei non mi attizzano, finora il momento più divertente è stata l’invasione perfetta del tifoso croato dopo il gol di Modric, con scivolata e bacio a un giocatore. Non è colpa mia, guardate il sito della Gazzetta. Il giornale che il giorno dell’inizio della competizione diceva che la Grecia era tra le Nazionali impegnate in Francia (ma come, proprio voi che ce lo avete fatto a fette con la favola del Leicester non vi ricordate che la Grecia era allenata da Ranieri, che non si è qualificata agli Europei e che per questo lui è stato cacciato, finendo proprio a Leicester?) ieri pomeriggio nella sua versione online aveva come seconda notizia il cambio di allenatore sulla panchina di una neopromossa in serie B, il Pisa, poco più sotto un’originalissima analisi sulla maledizione del Brasile (dal 7-1 della Germania alla beffa del Perù) e un LiveBlog su “Il gesto tecnico di Irlanda-Svezia: Twister o cavallina?”. Sorvolando sull’incompetenza delle autorità francesi, sull’idiozia di chi ha stilato il calendario del girone degli inglesi e sulla bestialità inscusabile degli holloigans, penso che date tutte queste premesse se fossi stato a Marsiglia avrei bevuto pure io.