Finalmente finisce un Europeo mediocre, e tra un mese c'è la Premier
Londra. E va bene, sorbiamoci quest’ultimo mediocre atto di un Europeo insulso – non solo per la pietosa figura dell’Inghilterra – con la liberazione nel cuore. Ammettiamolo, è stata una competizione bruttina, senza particolari emozioni né partite che resteranno memorabili (sì, tranne il 2-1 dell’Islanda ai Tre Leoni, contenti?), un torneo in cui i grandi hanno fatto i grandi solo a tratti, e in cui in finale si scontrano due squadre che hanno avuto più culo nei sorteggi che bravura sul campo. Avrei voluto Galles-Islanda a contendersi il titolo, lo confesso: sarebbe stata la perfetta conclusione di un Europeo reso da Michel Platini più sciapo di un’edizione qualsiasi della Copa America.
Un’edizione in cui si è parlato praticamente solo di sorprese, favole e geyser. In finale invece vanno Portogallo e Francia, ma non è che cambi poi molto: i lusitani sono una banda di scarponi trascinati da un fenomeno vero, puro, assoluto, mica un fenomeno da baraccone sudamericano. Hanno vinto la prima partita in semifinale, i portoghesi, contro il Galles. Prima solo grandi pareggi, e un girone finito con gli stessi punti dell’Albania. I francesi hanno giocato la prima partita seria l’altra sera, contro una Germania decotta dal quarto contro l’Italia e dal tifo porta sfiga di Marco Travaglio (prrrrrr). Ai tedeschi ancora scappava da ridere per i rigori di Zaza e Pellè, e hanno regalato un penalty da scemi, di quelli che ammazzerebbero chiunque. Prima i Bleus hanno fatto partite contro avversari più scarsi di quelli che affronterà il Crotone nel ritiro precampionato. L’epilogo sembra scritto, non nego di simpatizzare più per i portoghesi che per gli sbruffoni mangia rane. Dopo lo scippo osceno di dodici anni fa, Cristiano Ronaldo e compagni scalcagnati meritano di ottenere vendetta allo stesso modo in cui la Grecia vinse a casa loro nel 2004: giocando male, segnando all’ultimo, difendendosi e battendo bene i rigori. Ci spero, so che sarà difficile e confesso che comunque vada non ci perderò il sonno.
Passata la dura prova di Euro 2016 potrò finalmente dedicarmi anima e corpo all’unica cosa che in realtà ho in mente da fine maggio – che non è quella che pensate voi lettori maliziosi: tra poco più di un mese, il 13 agosto, comincia la Premier League. Unica salvezza per chi ancora ama il calcio e vorrebbe vederlo giocato a certi livelli, il campionato inglese della stagione 2016/2017 promette di essere un orgasmo continuo, roba da far guardare agli altri come gli editorialisti italiani guardano agli elettori della Brexit, con la differenza che in questo caso la superiorità morale e antropologica c’è, ed è evidente. Mourinho e Guardiola sulle due sponde di Manchester sono appena l’antipasto di una stagione più eccitante di una wag in cerca di preda. Mentre guardo distratto le notizie di calciomercato dall’Italia rimango intenerito dai tentativi delle società di mettere in piedi squadre decenti. E non vi invidio per nulla. Tranquilli però, la Premier League la trasmettono anche da voi. Siete salvi.