Negroazzurri ciarlieri, vergogna degli onesti paladin
Gioseffo Marotta, gran ciambellano bianconegro
Pagolo Nedved, lo ceco furente
Andrea de li Agnelli, sovrano de la Giuventute
Lapo Elkàno, arbiter elegantiarum
AA: Agghiaccio.
GM: Tremo.
PN: Inorridisco.
LE: Inalo.
AA: Creder nol posso.
GM: Maraviglia e stupefazion!
PN: Cavatemi gli occhi se è vero quel ch’io, benché ceco, vedo…
GM: Incrudelir su mia natura tu vuoi, o ceco.
PN: Restiam dal giuocar colle parole: qui incombe acerba disfatta.
LE: Qual istrana pozion somministròmmi l’incantator caribbeo?
AA: Ciambellano Marotta, le truppe negroazzurre di noi fanno strame.
GM: Sire, non so che dir. Massimilian l’Allegro ben fornito ha l’esercito suo…
PN: …e valenti paladin vantiamo al campo.
LE: O campi d’erba magica, incantata…
AA: Io son per arrabbiar, per venire matto.
LE: Io son per esplorar con la mente mia universi all’umanitade ignoti…
PN: Armiamo il braccio, degna vendetta apparecchiam.
GM: Tardo ormai è a venire il valido aiuto di Gonzalo.
AA: Ciambellano, mal mi contasti de la compagine del Nederlandese: sciancati, tristi, bolliti li chiamasti, destinati a ruina certa.
GM: Tali erano, e son, in mia fe’: negroazzurri ciarlieri, vergogna degli onesti paladin.
PN: Indegni dell’italico torneamento, sempre mordean la polvere, giacean vili.
LE: Io mi sento trasumanar…
AA: Noi, nobiltà dell’arte pedatoria, siam oggi morti e presi da un esercito senza patria.
GM:. Plebe raccattata d’ogni contrada, d’India e di Media, di Tartaria e di Circassia.
PN: Patimmo il fiero assalto di barbari predoni, gente confusa e dispersa, al soldo dei mercanti del Catai.
LE: Nel bulbo oculare mi si pingon strane effigi. Ma che son?, li tatuaggi di Icardo giustiziere?
AA: Fantasimi! Imagini di morte!
GM: Periglio fatal!
PN: Memorabil rotta!
AA: Perisic il Crovatto appo noi men che donzello, men che vassallo saria reputato.
GM: Orribil scorno!
PN: D’ira avvampo.
LE: Il mio senno ormai è sulla luna.
GM: Ecco, ecco… Odo il triplice squillo di tromba.
PN: Il segno dell’ignominiosa fin.
AA: Mirate laggiù: ah la cruda vista di quei bruti che, adusi ad esser battuti e umiliati dalla Vetusta Domina, ora levan sordi canti di vittoria!
LE: O cugino Agnello, deponi la mestizia e di vendetta il disio. Prendi meco il negromantico intruglio che altre e diverse vie di perfezion ci mostra.
AA: Deh, toglietemi d’innanzi la pervertita progenie degli Elkani. Che in siffatto lutto non s’assommi duol con duolo.
GM: Presto fia che più nol vedrai. Andiamcene, Lapo.
LE: Sì, andiamo! Col destriero camuflato andiamo a imperare!
PN: Iddio ci aiuti.