Edin Dzeko (foto LaPresse)

Quello che non vede la goal-line technology e quello che non capiamo di Dzeko

Leo Lombardi
Dai giovani scaricati da Milan e Roma che stanno facendo ottime cose in provincia, alla mancanza di alternative a Crotone. Tutto quello che forse non sapete delle partite della decima giornata di campionato.
Chievo-Bologna

(mercoledì ore 20.45, arbitro Pasqua di Tivoli)

 

Capitolo nuovi fenomeni. Oggi tutti a incensare Simone Verdi, con molte ragioni: quattro reti, una più bella dell'altra, e la possibilità di una maglia azzurra che, di questi tempi, non si nega a nessuno. E' uno dei tanti cresciuti nel Milan e in cui il Milan non ha creduto. Come Donadoni, per esempio, ma come possibile allenatore. Bologna che ha sprecato molto con il Sassuolo, domenica. E Chievo che misura ancora i centimetri, quelli con cui la goal-line technology ha negato la rete a Gamberini a Empoli. E qualcuno, in una sorta di luddismo pallonaro, addirittura ha rimpianto i tempi passati, quando bastavano gli occhi di arbitro e assistenti per decidere.

 

 

Fiorentina-Crotone

(mercoledì ore 20.45, arbitro Gavillucci di Latina)

 

In otto giornate la Fiorentina aveva segnato sei reti, a Cagliari ne ha realizzate cinque in poco più di mezz'ora. Applausi a Kalinic (tre gol) e Bernardeschi (due), con Paulo Sousa più saldo in panchina. Come lo è ancora Nicola a Crotone, nonostante il solo punto finora raccolto. L'impressione è che rimanga più per mancanza di alternative che per reale desiderio della società: ci vuole del coraggio a prendere oggi in mano la matricola calabrese.

 

 

Inter-Torino

(mercoledì ore 20.45, arbitro Massa di Imperia)

 

Dici Inter e dici tutto. Cambiano gli interpreti, restano in primo piano una società sempre indecisa, allenatori perennemente in discussione e giocatori eternamente sopravvalutati e immaturi (vedi l'autobiografia di Icardi e i tweet di Brozovic). E la classifica racconta di zone basse, altro che ritorno in Champions. Esame tosto, contro il Torino e contro Mihajlovic, uno che è stato di casa dalle parti nerazzurre. E che quindi sa come fare ancora più male.

 

 

Juventus-Sampdoria

(mercoledì ore 20.45, arbitro Russo di Nola)

 

Nel 2009 Giampaolo doveva essere il nuovo allenatore della Juventus: era tutto fatto poi, raccontano, intervenne qualcuno della vecchia guardia e in panchina si sedette Ciro Ferrara. Finì con un esonero, uno dei pochi nella storia recente bianconera. Un rapporto incompiuto, quello tra Giampaolo e i grandi club: quest'estate era a un passo dal Milan e non se ne è fatto nulla. Alla Sampdoria si è rimesso in linea di carreggiata con una vittoria sofferta nel derby. Trova una Juventus avvelenata per la sconfitta in casa Milan e un po' scossa nelle certezze di un campionato che avrebbe dovuto vincere a mani basse e che, invece, si sta rivelando più complicato del previsto.

 

 

Lazio-Cagliari

(mercoledì ore 20.45, arbitro Celi di Bari)

 

Un confronto che appartiene al calcio che fu. Quando, negli anni Settanta, era ancora possibile uno scudetto al di fuori dell'asse Torino-Milano. Prima il Cagliari, che lo conquista nel 1970 con Riva in attacco e Scopigno in panchina. Quindi la Lazio, nel 1974, sull'asse Maestrelli-Chinaglia. Il club biancoceleste ha vinto il secondo, e ultimo, della sua storia nel 2000 ma era già il calcio drogato delle plusvalenze e dei giri fallimentari con le aziende di famiglia. Oggi Lotito paga ancora quei debiti, sapientemente rateizzati.

 

 

Napoli-Empoli

(mercoledì ore 20.45, arbitro Mariani di Aprilia)

 

Rotto Milik, squalificato Gabbiadini, ora il Napoli è davvero senza centravanti. Sarri si dovrà affidare al falso nueve, scoperto oggi da chi ignora l'esistenza di un certo Nandor Hidegkuti, con il trio dei piccoletti Callejon-Mertens-Insigne. La vittoria sul Crotone ha invertito la tendenza dei risultati, non delle prestazioni, ancora zoppicanti. L'Empoli è l'avversario ideale, ormai le sue partite senza segnare (siamo a sei consecutive) non fanno più notizia.

 

 

Pescara-Atalanta

(mercoledì ore 20.45, arbitro Guida di Torre del Greco)

 

Se uno guarda alle panchine della serie A, vede che da Pescara sono transitati in tanti. C'è chi vi ha giocato (Allegri e Nicola), chi vi ha allenato (Di Francesco, Sarri e Giampaolo) e chi vi è nato (Oddo, l'attuale tecnico). Gasperini, tecnico dell'Atalanta, è stato centrocampista più di idee che di passo per cinque anni, fino al 1990. Anche capitano. E' un segnale di come da quelle parti sappiano masticare calcio. Per questo motivo Oddo vive tempi tutto sommato sereni, pur se l'unica vittoria è arrivata a tavolino: il Pescara raccoglie meno di quanto semini. Occorre però invertire rotta, anche se l'Atalanta attuale è la squadra meno indicata.

 

 

Sassuolo-Roma

(mercoledì ore 20.45, arbitro Damato di Barletta)

 

Era il brutto anatroccolo, in poche settimane è diventato un'iradiddio. Basti il cambio generale di giudizio su Dzeko per capire quanto sia schizofrenico il calcio italiano. Il bosniaco ci ha messo molto di suo, comunque. La passata stagione sembrava il Calloni milanista, oggi lo paragonano al Batistuta visto a Roma. Merito degli 8 gol che lo mettono davanti a tutti tra i marcatori. Trasferta da gestire con attenzione, contro il Sassuolo degli ex giallorossi: Antei, Mazzitelli, Pellegrini, Politano e Ricci.

 

 

Palermo-Udinese

(giovedì ore 20.45, arbitro Orsato di Schio)

 

Il turno infrasettimanale si chiude con la bassa classifica. Il Palermo ha messo in conto due 4-1 al passivo nelle ultime due partite: quello in casa con il Torino e quello in trasferta con la Roma. Curiosamente, rispetto al passato, Maurizio Zamparini dà la responsabilità alla squadra e non al tecnico, giustificando le scelte di De Zerbi. Una rivoluzione copernicana, come potrebbe testimoniare Delneri, pochi mesi sulla panchina siciliana fino a gennaio 2006 e poi, ovviamente, esonerato. Dopo i fallimenti con Juventus, Genoa e Verona allena per la prima volta dove è cresciuto. E l'Udinese vista in due gare sembra decisamente un'altra squadra rispetto a prima.

 

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