Il tramonto del calcio
Le polemiche sul pallone d’oro a Cristiano Ronaldo e le sberle di Ranieri a Guardiola
Londra. “Come è andata la partita? Abbiamo vinto?”. Alzi il calice chi di noi non ha fatto almeno una volta questa domanda, quando per cause di forza maggiore non era riuscito a seguire la sua squadra (tranne quelli del Torino dopo un derby, of course: i granata sono bravissimi a vincerle prima, le sfide con la Juventus, a colpi di vecchi ricordi e magazzinieri retorici, ma poi tendono a perderle a prescindere). La stessa domanda, però, è sembrata terribile quando a farla è stato Neto, uno dei tre giocatori del Chapecoense sopravvissuti all’incidente aereo, appena svegliatosi dal coma.
Vorrebbe dimenticarsi le ultime due settimane anche Pep Guardiola: ancora non si era ripreso dalla sconfitta contro il Chelsea che è andato a infrangersi contro il Leicester, facendo resuscitare Ranieri e Vardy: 4-2 per i Foxes, e Antonio Conte che si invola in testa alla Premier dopo l’1-0 rifilato al West Bromwich. Da segnalare un caso quasi unico, almeno ultimamente: il Manchester United non si è fatto raggiungere nei minuti finali, riuscendo finalmente a vincere una partita dopo un mese. Troppo tardi per puntare al campionato, a Mourinho forse converrebbe pensare seriamente all’Europa League, visto anche il sorteggio felice per i sedicesimi: i Red Devils affronteranno il Saint-Etienne. Alla Champions dovranno pensare invece i cugini del City, che a febbraio incontreranno il Monaco. Peggio è andata all’Arsenal, che giocherà contro il Bayern Monaco mentre in Premier continua a recitare il proprio ruolo preferito, la seconda che fino all’ultimo ci prova ma poi perde. Il Leicester se la vedrà con il Siviglia, ma se questo è l’anno buono è l’anno buono, e Ranieri lo sa. Leggo annoiato l’ennesimo tentativo di creare uno scandalo nel mondo del calcio con i “Football leaks”, l’inchiesta giornalistica internazionale sulle furberie fiscali di giocatori e club prestigiosi, appassionante come una sfida della serie B austriaca.
La modella olandese Sylvie Meis è stata tanti anni con Rafael van der Vaart. A lui però non è mai andato giù il fatto che lei prendesse il taxi in lingerie col pizzo.
Hanno provato a mettere in mezzo Cristiano Ronaldo, ma al momento il giocatore portoghese sembra più preoccupato dai prossimi avversari in Champions, il Napoli (e ho detto tutto). Ieri ha vinto il suo quarto Pallone d’Oro, risparmiandoci settimane di giornalismo onanistico su quanto è bravo Messi. C’è come ovvio chi ha polemizzato per il premio dato da France Football: CR7 avrebbe giocato maluccio quest’anno, dicono. Va bene che in passato è stato dato a Messi anche quando aveva vinto solo il torneo condominiale spagnolo, ma se non lo dai a chi ha alzato nel giro di due mesi Champions League e Coppa d’Europa con la Nazionale, segnando 51 gol in 55 partite a chi lo dai, a Buffon perché si è fatto crescere i baffi? Intanto aspetto trepidante qualche editoriale di denuncia del fatto che se a 31 anni il migliore del mondo è ancora lui, e non si vedono giovani all’altezza in grado di scalzarlo, dobbiamo preoccuparci. Lo manderò giù con un buon bicchiere di brandy. Lo stesso brandy con cui mi appresto a leggere i dibattiti su chi limiti chi nell’attacco della Juventus. Secondo Pruzzo, Higuaín è bloccato da Mandzukic, che per questo andrebbe ceduto al più presto. Secondo il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, invece, è il Pipita che limita tutti gli altri. Gli attaccanti bianconeri per fortuna se ne fottono e continuano a segnare.