Il big match che non ti aspetti e l'irrilevanza della Fiorentina. La domenica nel pallone

Leo Lombardi

Sassuolo-Bologna apre la giornata alle 12,30, Palermo-Roma la chiude alla 20,45. In mezzo molte partite che hanno poco da dire per la classifica. A quando la riforma dei campionati?

SASSUOLO-BOLOGNA

(domenica ore 12.30, arbitro Valeri di Roma)

 

Riforma campionati/1 Con verdetti decisi da tempo (specie in zona retrocessione), occorrerebbe un bel dimagrimento della serie A. Vedremo, con poca fiducia. Nel frattempo i giocatori del Bologna, senza più obiettivi sul campo, li cercano all'esterno: quattro pizzicati a notte fonda in discoteca e, per reazione moralistica, perbenismo pallonaro in servizio permanente effettivo. E uno si meraviglia se sono arrivate cinque sconfitte, e due pareggi, nelle ultime sette partite.

CHIEVO-EMPOLI

(domenica ore 15, arbitro Giacomelli di Trieste)

 

Riforma campionati/2 Con verdetti decisi da tempo (specie in zona retrocessione), occorrerebbe un bel dimagrimento della serie A. Vedremo, con poca fiducia. L'Empoli tiene Martusciello in panchina, nonostante cinque sconfitte e un pareggio nelle ultime sei partite. In altri tempi sarebbe saltato con tanto di fuochi di artificio, oggi lo salva la pochezza di Palermo, Crotone e Pescara. Solo a Genoa sono riusciti a cacciare il tecnico, ma lì è la regola e non l'eccezione.

FIORENTINA-CAGLIARI

(domenica ore 15, arbitro Gavillucci di Latina)

 

Non c'è nulla di peggio dell'irrilevanza, e la stagione della Fiorentina è tale. Senza obiettivi a inizio marzo, con la prospettiva di dover giocare ancora dodici partite. E' il problema di chi mette le partite con la Juventus (anzi, solo quella in casa) come unico obiettivo di stagione. Battuti i bianconeri a metà gennaio, la Fiorentina si è letteralmente seduta: due vittorie (con Pescara e Udinese, avessi detto) e la figuraccia europea con il Borussia Moenchengladbach (riavessi detto). Non rimane che contestare, molto triste.

INTER-ATALANTA

(domenica ore 15, arbitro Irrati di Pistoia)

 

E' il big-match di giornata, doppiamente inaspettato perché il nerazzurro avanti in classifica è quello bergamasco. E' la partita di Gasperini, che ha tantissimi pregi ma resta sempre un po' permaloso. Quanto gli fece l'Inter di Moratti lo porta ancora addosso, con rancore malamente represso. La sua Atalanta è la squadra dell'anno, per risultati e gioco. Crede all'Europa, non vede l'ora di mostrarlo anche a San Siro. Per poi magari vendere qualcuno dei suoi ragazzi a Suning, come già fatto con Gagliardini.

NAPOLI-CROTONE

(domenica ore 15, arbitro Mariani di Aprilia)

 

De Laurentiis ha sempre pronto il silenzio stampa. Per la squadra, purtroppo non per lui. All'ennesimo appuntamento mancato con la storia ha cercato – more solito – di distogliere l'attenzione, dopo l'eliminazione del Napoli dalla Champions League. Colpa della stampa del nord ha sentenziato, come se i lettori di Gazzetta dello Sport e Tuttosport si concentrassero tutti al di sopra del Po. Qualcuno gli spieghi piuttosto dove trovare in Italia i tifosi della Juventus, abituali lettori dei due quotidiani, al sud sono parecchi. E qualcuno gli spieghi pure che il commander in chief deve guidare e non generare confusione: questa si diffonde sempre a cascata dalla vetta, chiedere al Milan, per esempio.

PESCARA-UDINESE

(domenica ore 15, arbitro Celi di Bari)

 

Zdenek Zeman 70 anni a maggio, Luigi Delneri 67 ad agosto: Villa Arzilla si trasferisce allo stadio Adriatico mettendo di fronte i due allenatori più vecchi della serie A. Massimo rispetto per l'anzianità ma nel calcio non sempre età e idee nuove vanno di pari passo. Zeman è ancora fermo ai gradoni, Delneri a una fase difensiva che viene prima di tutto. Partita inutile ai fini della classifica, che almeno serva a programmare il futuro

PALERMO-ROMA

(domenica ore 20.45, arbitro Rocchi di Firenze)

 

A Palermo non bastavano il governatore Crocetta e il sindaco Orlando. Ora si è palesato Paul Baccaglini, tatuatissima ex Iena e scelto da Zamparini come l'uomo giusto cui vendere. In città accettano la soluzione con sicilianissimo disincanto, tanto la prospettiva immediata è la serie B. Il nuovo presidente si è presentato mettendo il nuovo stadio al primo posto degli obiettivi, come sempre avviene nelle fasi di transizione. E non sempre è andata bene, anzi. Chiedere, per esempio, alla Roma, che ancora non ha capito come andrà a finire con i pentastellati del Campidoglio. Sul campo va malissimo, comunque: a Lione è arrivata la terza sconfitta di seguito tra campionato, Coppa Italia ed Europa League. Crisi aperta.

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