Foto LaPresse

Con Falcinelli il Crotone vede la salvezza, il Palermo solo l'imbarazzo

Leo Lombardi

L'attaccante dei calabresi con una doppietta batte l'Inter (che non aveva creduto in lui) e porta la squadra a tre punti dall'Empoli. Per i rosanero invece il futuro è sempre più preoccupante

Occorre fare un passo indietro e chiedere scusa a Davide Nicola. Lui aveva sempre creduto che il campionato fosse tutt'altro che concluso e il Crotone tutt'altro che condannato. Il tecnico lo sosteneva anche quando i risultati dicevano il contrario, con i calabresi mai uscita dalla cerchia degli ultimi tre posti e ancora a galla grazie all'aiuto delle combinazioni aritmetiche. Quasi nessuno aveva fatto i conti con la realtà, tranne Nicola, che sapeva quanto stessero combinando i suoi e non combinando gli avversari. L'Empoli, soprattutto, incapace di trovare una vittoria dal 22 gennaio a oggi. Bastava soltanto cominciare a inanellare qualche successo per trovare un'inaspettata seconda occasione. E i successi sono arrivati. Prima quello sul Chievo e, subito dopo, quello sull'Inter, 180 minuti per rosicchiare cinque punti e ritrovarsi con la salvezza a portata di mano. In questo ha messo molto di suo Diego Falcinelli, attaccante di poco grido e tanta sostanza, uno di quelli che servono alle squadre che – ogni santa domenica – scendono in campo più per sopravvivere che per vivere. Un gol nel 2-1 al Chievo e due nel 2-1 all'Inter, che fanno undici in totale nel primo anno vero di serie A. Un'opportunità che Falcinelli ha colto in età non più giovanissima (saranno 26 anni il 26 giugno) e dopo aver girato, come di consueto, una – se non due – squadre all'anno. Gli è capitato anche in questa stagione, cominciata a Sassuolo e proseguita a Crotone, insieme con Marcello Trotta, anch'egli attaccante e anch'egli giunto in prestito dal club emiliano. I due possono essere la base su cui Nicola può costruire una salvezza che avrebbe dell'incredibile. Lo si è visto anche nel 2-0 all'improponibile Inter: lancio di Trotta quasi a occhi chiusi e scatto inesorabile di Falcinelli dalla metà campo, per un pallonetto che ha voluto dire molto anche a livello personale. Perché il centravanti avrebbe potuto trovarsi sul fronte opposto, domenica. I nerazzurri lo avevano preso ragazzino nel 2007, per costruire la squadra che avrebbe vinto lo scudetto Allievi nazionali. Con lui, altra gente che un po' di strada l'ha fatta, come Caldirola, Laribi, Obi, Santon, Destro. L'esperienza di Falcinelli dura però un solo anno, rispedito subito nella natia Umbria senza pensarci troppo, in quella Pontevecchio che aveva avuto anche Serse Cosmi come allenatore. Lì lo prende il Sassuolo che, pur senza puntare con convinzione su di lui, non lo molla mai, di prestito in prestito fino al Crotone. Dove la squadra sta dimostrando di poter meritare un posto fisso in serie A, come Falcinelli stesso.

  

Lo scorso campionato una rincorsa simile era riuscita al Palermo. Dato per spacciato, aveva offerto un colpo di coda al campionato con undici punti nelle ultime cinque giornate che avevano significato salvezza. Una fatica immensa e una lezione non appresa da Maurizio Zamparini, che ha proseguito secondo le strade a lui conosciute: mercato alla ricerca del colpo da bilancio e allenatori esonerati a ciclo continuo. Il risultato? Palermo mai credibile nel corso della stagione e quattro volti differenti in panchina. L'ultimo Diego Lopez, difensore duro quanta bastava in campo e allenatore ancora tutto da decifrare. A Palermo è arrivato dopo due esoneri (Cagliari e Bologna) nelle prime due esperienze della nuova carriera e dopo un anno sabbatico in cui ha guardato gli altri lavorare. L'impresa era oggettivamente impossibile, ma Lopez non ci ha messo alcunché di suo per provare a ribaltare la situazione, sul piano tattico o, almeno, di quella determinazione che offriva quando c'era da fermare un avversario. In casa del Milan è arrivata la solita sconfitta imbarazzante, la settima nelle ultimo otto partite. Sette gare in cui il Palermo ha sempre incassato non meno di tre gol. Ci sono retrocessioni sulle quali puoi programmare il futuro e altre che, al contrario, nascondono insidie ulteriori. Quella del Palermo a naso, visto che pure il passaggio di proprietà da Zamparini al tatuatissimo (e indecifrabile) Paul Baccaglini è tuttora da definire, sembra avere la seconda opzione nel destino.

Di più su questi argomenti: