Fernando Gaviria al Giro è una storia di vento e ventagli
Il velocista colombiano vince a Cagliari la terza tappa del Giro d'Italia e conquista la Maglia Rosa dopo che il vento ha sparpagliato il gruppo. Il caso delle lettere d'amore a Giorgia Palmas
Il forte di San Michele guarda dall’alto verso il basso la città di Cagliari. E’ dal dodicesimo secolo che lo fa, non ha mai smesso, nonostante il tempo, la storia, i cambiamenti. Prima punto di appoggio dei Giudici di Calari, i regnanti del Giudicato, poi residenza di famiglie importanti degli spagnoli invasori, infine rovina, lazzaretto, prigione, ora centro di arte e cultura. Tre torri, un fossato, un intricato e infinito reticolo di tunnel e passaggi segreti che dovevano collegare il forte a diverse parti della città. Una leggenda narra che uno di questi colleghi la struttura con il mare, anzi con il fondale del mare: una cella, un santuario un tempo dedicato a Nettuno, poi a San Nicola, santo protettore dei naviganti, e lì un tesoro, immenso, che comprende tutti i tesori perduti nel Mediterraneo.
Il tesoro a Cagliari oggi l'ha trovato Fernando Gaviria, che su via Roma è fulmine blu per maglia indossata in corsa, Rosa per maglia che indosserà domani. Una volata cattiva e intelligente, di potenza e furbizia, solitaria, perché la tappa aveva già detto molto prima dello striscione d'arrivo, perché la tappa era già stata vento e rivoluzione.
Prima tanti chilometri affianco al mare tra panorami marittimi di spiagge scogli capi e vento forte che cambia direzione, sbatte su facce e gambe, stanca. Tre avanguardisti, Tratnik, Zhupa e Rovny, minuti avanti al gruppo, in quella pianura sarda che sembra francese, un su e giù continuo, impercettibile, logorante. Pianura che diventa montagna quando a dieci chilometri dal traguardo la strada cambia direzione e arriva il vento a tramutare l'asfalto in muro. E' la Quick Step la più brava e la più lesta ad aprire il ventaglio giusto - ossia la disposizione di corridori uno a fianco all'altro per proteggersi dal vento laterale -, a farsi testa del gruppo. La corsa diventa uno sparpaglio di uomini, di ciclisti alla ricerca di un modo per non farsi travolgere dalle folate.
E' in questo scenario che Bob Jungels si fa maestro di vela e di traino, capo ventaglio e capomastro. Una locomotrice lussemburghese che sogna il podio di Milano e che intanto si è riuscito a farsi rampa di lancio per il colombaino più veloce, Fernando Gaviria.
Arrivo: 1. Fernando Gaviria; 2. Rudiger Selig; 3. Giacomo Nizzolo; 4. Nathan Hass; 5. Maximiliano Richeze;
classifica generale: 1. Fernando Gaviria; 2. André Greipel a 9"; 3. Lukas Postlberger a 13".
Giro d’Italia fisso – La rubrica di Maurizio Milani
Carissima Giorgia Palmas, ti svelo un segreto: il Giro ama solo te. Sei bellissima. Infatti quest’anno hanno iniziato dalla Sardegna per renderti onore e mandarti un messaggio d’amore infinito.
L’altro giorno ti ho vista al traguardo. Però sono timido e non sono venuto a salutarti. Ti avrei invitato a scappare con me. Poi ho pensato che a casa le tartarughe devono mangiare e quindi non ti sono venuto a parlare. Dispiace dirlo, ma anche gli uomini hanno le loro esigenze.
Stasera però ci possiamo vedere. Promesso. Ho dato da mangiare anche al cane. Possiamo trovarci alla piazza centrale di Cagliari. Così ti posso consegnare a mano una lettera d’amore. L’ha lasciata venerdì al bar uno di 35 anni piccolo e sul quintale. Mi ha chiesto di dartela sapendo che stavo per partire per il Giro. Mi sono permesso di leggerla. Era molto bella. Mi stavo per innamorare io. Per questo l’ho stracciata e ci ho messo dentro questa.
Tuo, Maurizio