Maestri, Nuvolari la legge del gruppo: Gaviria vince anche a Reggio Emilia
Il velocista colombiano ottiene la terza vittoria al Giro d'Italia battendo allo sprint Mareczko e Bennet. Il corridore della Bardiani prova l'impossibile, ma viene ripreso dopo 200 chilometri di fuga
Quando Tazio Nuvolari nel 1920 incontrò Luigi Albertini, allora direttore del Corriere della Sera, gli confidò che la delusione più grande della sua carriera arrivò un pomeriggio di un anno prima a Reggio Emilia. Nella città emiliana si erano radunati un po' di piloti per due giorni di corse di abilità in automobile: gincane, slalom tra birilli, prove di precisione di frenata. Il mantovano volante terminò le prove in prima posizione a pari merito con Gastone Brilli Peri, nobiluomo fiorentino che alla gestione dei terreni e dei possedimenti di famiglia preferì la velocità. I due avevano gli stessi punti, gli stessi tempi, la stessa ambizione: dimostrare di essere il più forte. Gli organizzatori però decisero che la gara era terminata e il pareggio era il modo migliore di terminare la sfida. A conclusione della giornata rimaneva soltanto una corsa in bicicletta, un centinaio di chilometri tutti in pianura. I due decisero che tutto si sarebbe deciso così, a pedali. Brilli-Peri, che aveva iniziato la sua carriera sportiva come ciclista, era certo di vincere. Tazio Nuvolari, che di perdere non aveva mai voglia, era certo che per muovere una bici bastavano i muscoli e lui li aveva d'acciaio. Brilli-Peri partì forte, staccò Nuvolari, poi forò. Tazio corse forte, guadagnò minuti e a cinque chilometri dall'arrivo ne aveva ancora due di vantaggio. Gastone però non si fece prendere dallo sconforto e con l'aiuto di alcuni cicloamatori della zona si riportò sotto al Mantovano volante. Lo raggiunse a poche centinaia di metri dal traguardo, per poi batterlo allo sprint.
Mirco Maestri oggi ha si è vetito da Tazio Nuvolari e come il campione Castel d'Ario ha tentato il colpo da lontano, ha provato l'impossibile, ma si è scontrato con la legge di Brilli-Peri, quella del gruppo, quella dell'inseguitore che inghiotte e supera l'inseguito. Mirco Maestri di Tazio Nuvolari non ha il pedigree da campione, non fa il pilota ma il ciclista, non sarà mai forse un supercampione, ma ha forza di volontà, coraggio e poca voglia di accettare l'evidenza di una sconfitta. Mirco Maestri è di Guastalla, una quarantina di chilometri da Reggio, sede di arrivo della tappa di oggi, e verso Reggio si è lanciato come avanguardista avanti al gruppo. Assieme a lui Marco Marcato e Sergej Firsanov, in testa già dal terzo chilometro, avanti per oltre duecento. Il gruppo dietro che prima lascia fare e poi pian piano si avvicina, segna il destino dei coraggiosi. Mirco Maestri però non demorde, accelera ancora, rimanda l'ineluttabilità del destino, rende dura la vita al gruppo, si arrende solo ai sette chilometri dal traguardo. Abbastanza per applausi ed evviva, non però per evitare lo sprint.
Volata doveva essere e volata è stata. Gaviria doveva essere e Gaviria è stato. Il velocista colombiano, leader della classifica a punti ha fatto valere ancora una volta, la terza in questo Giro, il suo spunto, la sua velocità. Ha sfruttato a meraviglia il lavoro della sua squadra, la scia del compagno Maximilian Richeze, è partito e nessuno è riuscito più a raggiungerlo. Nemmeno Jakub Mareczko, che in quest'edizione sta dimostrando quanto fossero fondate le speranze che la sua squadra, la Wilier Triestina-Selle Italia, riponeva in lui. Uno sprint ottimo, ma non abbastanza per togliere lo zero alla casella vittorie italiane in questo Giro.
Giro d'Italia fisso - la rubrica di Maurizio Milani
Che bei posti ci fa vedere il Giro d'Italia. Speriamo che domani i corridori si mettano d'accordo e tutti invece di arrivare dove previsto cambino all'improvviso il percorso e arrivino in centro a Varese.