Il Codacons si aggrappa alla maglietta di Bonucci. E quella di Cassano?
L'associazione per la difesa dei consumatori chiede alla Juventus di rimborsare i tifosi che hanno acquistato l'ultima maglia bianconera del difensore. E cosa dovrebbero fare i tifosi del Verona che per due ore sono stati abbandonati da Fantantonio
Il calciomercato è quel periodo dell'anno nel quale l'assenza di calcio giocato viene facilmente compensata da un susseguirsi di notizie che sono spesso bufale, a volte incontri, trattative, cambi di casacca. E' il tempo dell'immaginazione, dei discorsi che iniziano con "pensa te se...", di speranze, sogni, progetti, di squadre immaginate e da immaginare. Poi arriva il campionato e bisogna aspettare gennaio per iniziare di nuovo, ancora una volta a fare i conti con arrivi e addii. Ci sono anni di magra, di volti sconosciuti che prendono il posto di altri conosciuti e ricercati; ci sono anni di abbondanza, nei quali la squadra si trasforma, si avvicina a quella ipotizzata tra amici decine e decine di volte; ci sono anni di sconvolgimento, dove anche le mezze certezze che si hanno nel calcio vacillano. Vacillò il milanista quando Andrea Pirlo se ne andò alla Juventus, vacillò l'interista quando vide Ronaldo ritornare in Italia di rossonero vestito. Vacillano gli juventini al cambio di casacca di Leonardo Bonucci, per sette stagioni guardiano della difesa bianconera, barriera privilegiata davanti a Gigi Buffon. Quel numero 19 che ora verrà affisso su una maglia rossonera, dopo una trattativa durata nemmeno due giorni, tra indiscrezioni, trattativa sul costo del cartellino, firma e visite mediche. Il difensore che aveva contribuito a creare quel meccanismo quasi perfetto che era la linea difensiva della Juventus, la Bonucci-Barzagli-Chiellini, taglia con Torino, e soprattutto con Massimiliano Allegri, prende il suv e si prende Milano, sponda rossonera del fiume Giallo.
Capita. Ad ogni luglio e a ogni agosto. I giocatori cambiano in base ai loro progetti personali, alle loro scelte, ultimamente più di un tempo, ma è altro calcio, sono uomini abituati a vivere in un mondo globalizzato. Non sono più i calciatori di una volta legati quasi morbosamente alla propria città: non è questione di "bandiere che non esistono più", è questione di stili mutati di vita. E di calciomercato. Quello che fa sognare tutti, seguire siti di poche notizie vere e molte inventate, perché l'importante è il sognare, l'immaginare, il pensare a un domani diverso indipendentemente se questo sia veramente possibile.
E' il calciomercato ed è una storia senza storia che dura un'estate. E se nella vita vale la regola di "mai portare in città un amore trovato al mare", perché "d'estate si è sempre meglio della miseria che si è in autunno", almeno per Carmelo Bene, ci dovrebbe essere anche nel calcio: "Mai comprare una maglia quando è ancora tempo di mare", ché non si sa mai, ché l'estate è lunga, ché con tutti questi cinesi, arabi, russi, americani dal portafoglio che si apre facilmente, meglio non rischiare.
E così viene da sorridere all'appello del Codacons che chiede di rimborsare i tifosi della Juventus che hanno acquistato la maglia della stagione 2017/2018 con il 19 di Bonucci: "Appare doveroso consentire di sostituire la maglietta acquistata del difensore bianconero con la maglia di un altro giocatore juventino. Non consentire al consumatore di cambiare la maglia rappresenterebbe una doppia beffa per lui". Come se si potesse rimborsare un lettore per l'acquisto di un libro orribile oppure uno spettatore per un film pessimo. Come si potessero rimborsare i turisti che hanno prenotato mesi prima e quando arrivano nella meta prestabilita e si ritrovano chiuso per restauro il monumento che volevano assolutamente vedere. Una beffa, certo, come tante ce ne sono, come quella subita per due ore dai tifosi del Verona che avevano iniziato a pregustare i colpi di Antonio Cassano, che si era pure messo d'impegno e correva addirittura per il campo, avevano acquistato la maglietta e si erano addirittura abbonata per vederlo. Cosa dovrebbero dire gli appassionati dell'Hellas che il loro beniamino è rimasto beniamino soltanto per otto giorni? La nostalgia aveva vinto. Fantantonio doveva tornare a Genova dall'amore di sua moglie e di sua figlia e potrebbe dire basta con il calcio. Poi ci ha ripensato, ha deciso di rimanere. Alla faccia di Giulietta.