Divani, birre e "rutto libero". Ecco l'Airbnb delle partite di calcio
In Francia watcheat.fr permette di condividere la visione dei match alla televisione. L’idea è venuta a due ragazzi di Tolosa ed è attiva solo Oltralpe
Siete francesi e volete vedere Real Madrid-Barcellona ma non siete abbonati a beIN SPORTS? Non avete voglia di spendere 30 euro per una cena al pub o al ristorante che ha il maxischermo? Nessuno dei vostri amici più cari è in città per condividere l’evento? Be’ non vi resta che registravi sul sito watcheat.fr o scaricare l’applicazione – c'è sia su App Store che Google Play – e, una volta loggati, scegliere la persona più vicina a voi che con una modica cifra di 5 euro vi ospiterà nel proprio salotto di casa per guardare el clasico e mangiare qualcosa, se non mangiate la visione della partita sarà gratuita, fino a esaurimento posti del divano. L’idea è venuta a due ragazzi di Tolosa, Karim Cherifi, 24 anni, tifoso dell’Olympique Marsiglia e con un MBA al Baruch College di New York, ed Enzo Trupiano, ventunenne, fan del Psg, che sta prendendo un master in strategie digitali: “Abbiamo visto AirBnb, Uber e BlaBlaCar diventare leader mondiali nei rispettivi settori e rivoluzionarli in poco tempo. Watch Eat (letteralmente: Guarda Mangia, ndr) è nato con un’idea simile a queste piattaforme”.
Partito il 5 di agosto il sito è molto intuitivo. Ci sono le foto dei divani (guardare per credere) o dello spazio davanti al televisore, con scritta sotto la partita, cliccando c’è la mappa con l’indirizzo, il tipo di cibo (quasi sempre pizza e bibite) e il prezzo. Per esempio, per Atletico Madrid-Chelsea di Champions League si pagano 8 euro più la commissione alla piattaforma di 1,6, per un totale di 9,6. Il derby Juventus-Torino è stato venduto per 7 euro più la commissione, che incassano i due giovani tolosani che non hanno ancora comunicato le statistiche sui ricavi. Un modo sicuramente simpatico per condividere una serata di sport, spendere cifre alla portata di tutti, mangiare un pezzo di pizza e divertirsi in compagnia.
L’aspetto sociale, lo sharing football, è nato però per una precisa esigenza, ossia la situazione caotica sul fronte delle pay tv francesi. In questi ultimi anni Canal+ e beIN SPORTS si sono fatte la guerra sui diritti televisivi dei campionati più importanti e delle coppe europee e a loro recentemente si è aggiunto anche un terzo competitor, SFR Sport: se un transalpino appassionato di calcio dovesse sottoscrivere tutti gli abbonamenti spenderebbe più di 600 euro l’anno solo per il football.
La startup è all’inizio quindi dovremo attendere almeno la fine della stagione per sapere com’è andata, se ha avuto successo, se le riunioni calcistiche sono terminate con baci e abbracci, considerando che ognuno ha il proprio modo di seguire una partita, chi più compassato, chi agitato, chi addirittura inquietante. Difficile sapere poi per chi tifa il padrone di casa, che nell’eventualità di un derby potrebbe rappresentare i colori avversari. Una cosa, però, pare certa, Watch Eat è un’applicazione per i giovani che all’improvviso sul cellulare possono dare un’occhiata, capire se c’è la possibilità di vedere una partita criptata vicino a loro e fiondarsi con i pochi spiccioli che hanno in tasca. E questa è una realtà nuova nel panorama calcistico. Guarda caso SFR Sport, a metà settembre, ha lanciato la piattaforma Watching Party per permettere a chi è appassionato di Premier League d’invitare i tifosi della stessa squadra a vedere la partita a casa propria. Un’iniziativa che punta alla socialità ma che non specifica perché uno dovrebbe invitare degli estranei a vedere la televisione in cambio di niente. Ma forse aiuta solo il canale sportivo a profilare meglio gli abbonati e magari invogliare chi ancora non lo è.
Negli Stati Uniti, Magna Global, ha fatto una ricerca per capire l’età media di chi guarda lo sport in televisione, scoprendo che è sempre più alta. La boxe è passata dai 45 anni nel 2000 ai 49 nel 2016, l’NBA da 40 a 44, l’MLB, regular season, da 52 a 57, l’NHL, regular season, da 33 a 49, il calcio da 36 a 39. I più giovani guardano lo sport quasi esclusivamente su dispositivi mobili e questo incide sicuramente sul tipo di linguaggio giornalistico, ma anche sulla pubblicità che, il report aveva proprio questa finalità, deve, dovrà, essere profilata in maniera differente secondo il mezzo, sapendo a quale fascia d’età del pubblico ci si rivolge. In questo senso Watch Eat intercetta meglio di altri le esigenze degli under 35, pur non sapendo ancora come monetizzarle, considerando che le commissioni per un determinato numero di partite settimanali non faranno entrare Karim ed Enzo nella lista dei cento uomini più ricchi del mondo, e apre un mercato, per adesso esclusivamente francese, che permette a chi ha un abbonamento pay di lucrarci sopra con qualche trancio di pizza e un po’ di noccioline. Sostituendo al cult “Mangia Prega Ama”, il più popolare “Guarda Mangia Tifa”.