I giocatori dello Stoke hanno preso benissimo i 7 gol subiti dal Manchester City. Nella foto, il portiere della squadra ospite chiede un miracolo al dio del calcio (foto LaPresse)

That Win the Best

Non è ancora finita

Jack O'Malley

Per riprendermi dall’incubo di Guardiola primo mi guardo i giudizi universali

Londra. Capita – sarà l’età, il brandy, l’elenco delle Nazionali qualificatesi ai prossimi Mondiali, la tempesta Ophelia – che la sera faccia fatica a prendere sonno. I pensieri negativi si affastellano nella mia mente (“Guardiola non vincerà mica la Premier League quest’anno…”), tristi immagini di morte mi si parano davanti (Maccarone che segna davanti agli spalti vuoti di uno stadio australiano, Balotelli che sfiora un gol da centrocampo nel campionato francese, Musacchio che guarda Bonucci dopo il primo gol dell’Inter e gli inveisce contro come un autista romano a una comitiva di turisti tedeschi che attraversa la strada sulle strisce pedonali).

 


 Kimberley, la compagna di Sami Khedira


   

In questi casi ho un rimedio infallibile: mi guardo le registrazioni dei “giudizi universali” che Fabio Caressa fa fare ai suoi ineffabili ospiti sulle partite del weekend calcistico italiano. Questo momento supera per imbarazzo provato dal telespettatore solo quello dell’inizio della trasmissione, “Sky calcio club”, quando a turno uno tra Vialli, Mauro, Bergomi e un quarto malcapitato devono fingere di essere sorpresi dalla diretta arrivata a tradimento (“Abbiamo iniziato?”, chiede uno di loro con fare fintissimo, dopo un minuto buono di chiacchiere). Ma stavamo parlando della mia insonnia. A un certo punto della trasmissione Caressa lancia il momento dei “Giudizi universali” sulle partite del weekend. A quel punto uno si aspetta la parola definitiva sulla giornata di serie A, l’opinione che metterà a tacere tutte le altre, l’intuizione che lascerà di stucco, che farà dire “ecco, a questo non avevo proprio pensato”. Si assiste invece a una gara di luoghi comuni, roba che al confronto gli autori della “Domenica sportiva” vincerebbero l’Oscar per la migliore sceneggiatura (e senza bisogno di massaggiare nessuno): banalità che vanno da “il Napoli ha un attacco formidabile, ha meritato la vittoria”, a “il Benevento paga ancora l’ambientamento nella massima serie”, fino a “Dybala deve dimostrare il suo valore anche in Europa”. Al terzo giudizio universale che sento la palpebra si appesantisce, al quinto mi addormento, al sesto russo. All’ottavo ho gli incubi.

 

Come detto, l’incubo peggiore è che Pep Guardiola possa vincere il campionato. Passi per la Champions League, ma la Premier è una cosa seria. Il suo Manchester City sabato ha ficcato sette pappine allo Stoke, roba che mi ha ricordato con orrore la Liga spagnola. Molto meglio il paludoso 0-0 tra Liverpool e Manchester United, anche se dovendo individuare la partita più inglese del weekend confesso di dovermi trasferire dalle parti di San Siro, dove dopo anni si sono riviste cose che i tifosi di Milan e Inter non ricordavano quasi più: gioco, occasioni, e cappelle difensive (queste ultime forse le ricordano di più). Uno spettacolo per gli occhi e le coronarie. E chissenefrega delle coperture.

 

Brindo intanto alla possibile secessione della Catalogna. So che non succederà, quelli sono pagliacci dentro a prescindere, ma l’idea di un campionato catalano e di una Champions senza i blaugrana non può che titillarmi. A Barcellona già si allenano a fare i fenomeni: la Gazzetta ieri ci spiegava che sono primi in classifica nei campionati di calcio, pallamano, hockey, basket. E anche, leggo, nella “sezione amateur”. Che ovviamente, essendo un signore, non starò a commentare.