Mansplaining in campo
Tutto pronto per giocare la serie B femminile ma mancano un arbitro e due guardialinee. Gli unici maschi in campo disertano. Sarà per la strizza di finire in tribunale?
Sarebbero stati gli unici maschi in campo e forse questa è una delle ragioni. E’ stata una domenica di hangover, come tutte quelle che chiudono i ponti, specie dei morti, e forse questa è un’altra. Fatto sta che domenica tre uomini su tre (un arbitro e due guardialinee) non si sono presentati dove avrebbero dovuto, allo stadio di Dogana, frazione di San Marino (da quelle parti dicono “curazia”: non vi fa venire voglia di trasferirvi in una micronazione?), per arbitrare la partita valida per il campionato nazionale di serie B femminile tra la San Marino Academy e Castelnuovo Teramo. Sul sito del calcio femminile italiano si parla di un non specificato “imprevisto”, mentre Elia Gorini, giornalista di Passione Calcio (trasmissione dedicata al calcio femminile, in onda ogni mercoledì sera alle 22.00 sul canale 520 di Sky) ha scritto che i tre erano stati convocati a Jesi, quindi qualcuno ha fatto casino. Chi? Boh! Sapete che, quando i maschi la combinano grossa, si coprono, più omertosi di gatti siamesi. Solidarietà all’arbitro Thomas Bonci di Pesaro, che ha fatto un viaggio a vuoto, ma non distogliamo l’empatia da quelle povere ragazze cui è stato impedito di giocare e che sono state rimandate “a data da destinarsi”, come comparse di “House of Cards” qualsiasi. La vicenda restituisce l’approssimazione riservata alle calciatrici italiane, ma poiché le settimane sono quelle che sono e la guerra dei sessi è al punto in cui è, spingiamoci oltre il grottesco dato congiunturale. Con tutto il parlare che sta facendosi di mansplaining (uomini che spiegano cose alle donne) come ultima, grave lesione della dignità femminile, agli arbitri dev’esser già venuta la strizza di finire in tribunale in caso osino dire a una terzina perché è in fuorigioco. Meglio disertare.