Quagliarella completa il suo giro d'Italia
L'attaccante della Sampdoria con la doppietta alla Spal ha segnato almeno un gol a ogni squadra dell'attuale serie A
Due reti per tagliare il traguardo di un personalissimo Giro d'Italia. A Fabio Quagliarella mancava un solo nome per chiudere il cerchio di un gol a ogni squadra dell'attuale serie A. Al Benevento aveva segnato alla prima di campionato, restava l'altra neopromossa. Contro la Spal è stata una sofferenza fino agli ultimissimi minuti, per lui e per la Sampdoria, complice un terreno di gioco che Marco Giampaolo avrebbe poi descritto con espressioni irriferibili. Nel finale le due opportunità. La prima, facile, con un rigore contestato; la seconda con una deviazione sottoporta, più forte delle gibbosità del Ferraris. Una doppietta per salire a quota 12 e farne di gran lunga l'attaccante più vecchio tra i primi dieci della classifica: Quagliarella compirà 35 anni il 31 gennaio, i più vicini a lui sono Gonzalo Higuain e Dries Mertens con 30.
Una rinascita inaspettata, la sua. Quagliarella era tornato alla Sampdoria a gennaio 2016, dopo essersi lasciato con rancore dal Torino, la società in cui era cresciuto da bambino (uno degli ultimissimi ragazzi del Filadelfia, prima che lo chiudessero per inagibilità). Colpa di un gesto di scuse con cui aveva accompagnato un rigore realizzato al Napoli, altra squadra del suo cuore e altra squadra con cui si era lasciato male. Non per colpa sua, ma per una vicenda che a Hollywood saprebbero trasformare in un blockbuster. A Napoli arriva nel 2009, coronando il sogno di qualsiasi giocatore nato in città o nelle immediate vicinanze (lui è di Castellammare di Stabia). Ma dura un solo anno, perché Aurelio De Laurentiis prima lo isola, poi lo vende alla Juventus a causa di alcune lettere anonime che accusavano Quagliarella di aver partecipato a festini della camorra a base di droga. Peccato che nulla fosse vero e che tutto fosse stato inventato dalla persona cui l'attaccante si era rivolto per chiedere aiuto dopo un'intrusione sulla messaggeria del cellulare: un agente della polizia postale trasformatosi nel suo stalker dopo averne conquistato la fiducia. La vendetta era scattata quando Quagliarella aveva cominciato dire di no alle richieste sempre più pressanti di biglietti e magliette.
Una vicenda che si chiude soltanto nel febbraio 2017, con la condanna dell'agente a quattro anni e otto mesi e con la resurrezione professionale di Quagliarella. Non può essere un caso che abbia cominciato a segnare con frequenza regolare proprio da quella data: otto reti per arrivare a 12 lo scorso campionato, già 12 in quello attuale, a un solo gol dal primato personale raggiunto in tre occasioni (con Torino, Udinese e la stessa Sampdoria). Oggi non è più l'attaccante pazzotico e acrobatico di un tempo, quello che segnava con un pallonetto da quaranta metri al Chievo oppure regalava conclusioni spettacolari in Nazionale.
Il tempo l'ha reso più riflessivo, più lineare e, al tempo stesso, più implacabile. Sempre con il numero 27 sulla schiena, insolito per un attaccante ma non per lui: era quella di Niccolò Galli, figlio di Giovanni, il portiere. Erano cresciuti assieme nel Torino, quando dove Galli padre parava. Nel 2001 Niccolò è morto in incidente stradale, a 17 anni. Da quel giorno lui e Quagliarella sono diventati una cosa sola.