Chi è Savvidis, il presidente con la pistola che ha fatto sospendere il campionato di calcio greco

Francesco Caremani

Dopo l'annullamento di un gol al novantesimo durante PAOK Salonicco-AEK Atene il presidente della della squadra di casa è entrato in campo, con la mano sulla pistola che teneva dietro la schiena

Sembrava “Pistole e palloni”, il libro di Guy Chiappaventi. Invece era una partita di calcio: PAOK Salonicco-AEK Atene. Sospesa dopo che il presidente della squadra bianconera, Ivan Ignatyevich Savvidis, russo di origine greca, è entrato in campo, con la mano sulla pistola che teneva in una fondina alla base della schiena, avvicinandosi all’arbitro, "colpevole" di aver annullato per fuorigioco una rete dei padroni di casa al novantesimo. Un gol che avrebbe sbloccato lo 0-0 e avvicinato il PAOK alla testa della classifica, occupata proprio dai gialloneri di Atene. La federazione greca ha deciso di sospendere la Souper Ligka Ellada a tempo indeterminato. In un primo momento Savvidis aveva fatto invasione accompagnato dal suo guardaspalle, ma al secondo tentativo le sue intenzioni sono apparse più minacciose, tanto che lo stesso bodyguard e gli uomini della sicurezza gli hanno impedito di avvicinarsi ancora al direttore di gara. Un gesto che lascerà il segno e che, forse più di tanti altri, spiega chi è questo imprenditore, da molti considerato il capostipite di una nuova tipologia di oligarchi ellenici.

 

 

I greci pontici abitano il Mar Nero da secoli ed è lì che Ivan è nato nel 1959 a Santa Gruzino, Georgia. A quattordici anni lascia la famiglia e inizia ad arrotolare sigarette sul pavimento della fabbrica di tabacco di Rostov sul Don, laureandosi ai corsi serali dell’università. Religioso, fortemente ancorato alle tradizioni, dopo il crollo dell’Urss ritorna in Grecia come tanti suoi connazionali e lì si dà, pare, al contrabbando di sigarette. Torna in Russia e in poco tempo acquisisce la Donskoy Tabak, formalmente intestata alla moglie, Kyriaki Savvidou greca del Mar Nero come lui, mediocre azienda di tabacco, attraverso un meccanismo di scatole cinesi. Nel 2003 è eletto alla Duma nelle file del partito di Vladimir Putin e nel frattempo diventa uno dei più importanti produttori di sigarette dell’Eurasia con 30 miliardi di pezzi l’anno, un miliardo gratis all’esercito russo.

 

A Salonicco, Savvidis, sbarca nel 2000 e inizia ad acquistare tutto l’acquistabile. Da allora ha investito 760 milioni di dollari (fonte, the-american-interest.com) comprando un albergo di lusso, aziende legate al commercio del tabacco, una d’imbottigliamento, stabilimenti balneari, quote di emittenti televisive, giornali, tratti di costa e proprietà varie. Ma il pezzo pregiato resta il porto di Salonicco: il 67 per cento di Ohlt, operatore del secondo scalo greco, è passato, infatti, a un consorzio internazionale che comprende la società tedesca di private equity Deutsche Invest Equity Partners, l’operatore francese Terminal Link e la cipriota Belterra Investments, controllata da Ivan Ignatyevich, che secondo gli americani – l’ambasciatore statunitense ad Atene ha espresso pubblicamente le proprie preoccupazioni – sarebbe l’uomo di Putin nell’Egeo a dispetto dell’accesso navale della Nato nel cuore dei Balcani.

  

Il suo è un percorso strano: nessuno infatti degli oligarchi greci che avevano fatto fortuna in Russia, l'aveva poi reinvestita in Grecia. Sino al 2000 era sempre accaduto il contrario. Eppure la crisi economica e la necessità della Grecia di allinearsi ai desiderata dell’Unione europea hanno di fatto aperto le porte al ritorno di imprenditori come lui.

 

Intanto Ivan Ignatyevich Savvidis è diventato il referente, pure culturale, dei greci all’estero. E forse anche per questo che a Salonicco stravedono per lui, soprattutto i tifosi del PAOK, che lo difendono da qualsiasi accusa, tanto da coniare la nuova moneta locale: Ivanaptiksi, letteralmente la “prosperità emanata da Ivan”. E adesso può contare su 400.000 fedelissimi voti che potrebbero condizionare le prossime elezioni. Questo nonostante da quando sia presidente del PAOK (2012) abbia vinto solamente una Coppa di Grecia (2017): conti alla mano l’insuccesso imprenditoriale più grande. Sarà per questo che, parafrasando Baldur Benedikt von Schirach, quando sente la parola calcio, mette mano alla pistola.

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