La banalità di dare del sessista a Sarri e la fine della serie A
Le inglesi provano a imbottire i quarti di Champions con il bel calcio, la Roma è all'ennesima partita decisiva della stagione. Ma i suoi tifosi sanno già che potranno consolarsi con i cucchiai di Totti a calcetto
Manchester. Altro che Inter-Napoli, se cercavate un duello tra seconda e terza in classifica degno di essere chiamato partita di calcio dovevate venire dalle nostre parti, e guardare il match che incarna una delle rivalità più profonde e vere della storia del calcio: Manchester United-Liverpool. Ora che anche la serie A ha perso qualsiasi interesse per la corsa al titolo (fanno tenerezza quelli che cercano di sostenere che da qui alla fine per i bianconeri sarà dura, che il Napoli non mollerà e che la squadra di Allegri ha un campionato più difficile e soprattutto “avrà la testa alla Champions”, cosa che ha avuto sempre negli ultimi cinque anni, vincendo lo stesso lo scudetto), il consiglio che vi do è quello di passare weekend migliori con la Premier League. La squadra di Mourinho quest’anno ha il merito di non sbagliare più le sfide importanti (derby con il City escluso), e in assenza di un Ibrahimovic in grado di segnare decine di reti va in gol ogni volta con qualcuno di diverso. In questo caso, il predestinato Marcus Rashford, ormai una certezza quando bisogna decidere le partite che vengono ricordate dai tifosi.
Kawahine Andrade è fidanzata con il giocatore dell’Nba Karl-Anthony Towns. Assidua lettrice del Foglio Internazionale, è preoccupata dal declino dell’occidente, come si può notare dal suo sguardo inquieto e crepuscolare (foto via Instagram)
Frank De Boer (ricordate?) ha detto che secondo lui Mourinho non è l’allenatore giusto per far maturare il giovane attaccante di Manchester, perché pensa solo a vincere. La risposta dello Special One vale oro: “De Boer è il peggior allenatore della storia della Premier League: 7 partite, 7 sconfitte, 0 gol. Se Rashford fosse stato allenato da lui certamente avrebbe imparato a perdere, dato che Frank ha perso tutte le partite”. I Red Devils martedì giocano il ritorno di Champions contro il Siviglia, cercando di ingrossare la pattuglia di quadre inglesi ai quarti dove, come avevo previsto e scritto, non ci sarà il Tottenham (il cui allenatore, Pochettino, è caduto nel luogo comune di accusare la Juventus di fare pressioni sugli arbitri: banale, se non fosse che il manager degli Spurs aveva passato le settimane precedenti agli ottavi di finale a professare il suo tifo per la Vecchia Signora e a spiegarci come il suo sogno fosse allenarla).
La Roma è all’ennesima partita decisiva della stagione: dopo l’allenamento di venerdì contro il Torino, Di Francesco e i giocatori hanno fatto appello ai tifosi perché riempiano l’Olimpico stasera. I giallorossi devono ribaltare il 2-1 dell’andata contro lo Shakhtar. Impresa non impossibile. E comunque i tifosi romanisti non sono particolarmente preoccupati: in caso di eliminazione dalla Champions al bar potranno comunque parlare dei cucchiai di Totti nelle partite a calcetto con Malagò.
Di cucchiai non potranno parlare i tifosi napoletani, che come ogni anno tra febbraio e marzo salutano lo scudetto dopo mesi di “questo è l’anno giusto”, “se vinciamo lo scudetto viene Maradona al San Paolo”, “mi tatuo il tricolore sulla schiena” e “la Juve quest’anno la battiamo, non ha più motivazioni”.
Non posso trattenermi però dal difendere Maurizio Sarri: l’allenatore del Napoli in conferenza stampa ha risposto a una domanda “scomoda” di una giornalista così: “Sei una donna e sei carina e non ti mando a fare in culo per questi due motivi”. Tutti naturalmente hanno definito questa classica gag toscana di basso livello – roba che in un film di Pieraccioni farebbe gridare al David di Donatello – come sessista. In sostanza, meglio mandare a fare in culo le donne, invece di non farlo perché sono donne? In fondo va capito, Sarri: con questa sua uscita sboccacciata non voleva né essere sessista né volgare. Stava solo tentando una disperata mossa à la Mourinho: distrarre tutti facendoli parlare del suo maschilismo, e non del fatto che il Napoli non sia riuscito a fare quello che praticamente chiunque aveva fatto negli ultimi tre mesi, battere l’Inter.