Perché il bando di Mediapro sui diritti tv delle partite di calcio è da rifare
Il Tribunale di Milano ha deciso che la società spagnola ha violato le norme dell'antitrust e ha dato ragione a Sky
Perché Sky ha preferito contestare il bando per l’assegnazione dei diritti televisivi delle partite di calcio di serie A, predisposto da Mediapro, invece che accettarne le clausole e tentare di aggiudicarseli?
La risposta è molto semplice: Sky vuole rimanere un’impresa che produce contenuti editoriali audiovisivi ed è semplicemente interessata ad acquistare il diritto a trasmettere le partite di calcio. Mediapro, invece, aveva predisposto un bando con il quale obbligava i possibili partecipanti alla gara ad acquistare non solo la trasmissione dei 90 minuti delle partite di calcio, ma anche contenuti audiovisivi precedenti e successivi ai match (per intenderci il pre e il post partita) per un totale di 270 minuti. Questo significa che alla società acquirente non sarebbe rimasto altro che limitarsi a trasmettere l’intero pacchetto “chiavi in mano” della programmazione predisposta da Mediapro, compresi gli spazi pubblicitari il cui numero e collocazione temporale sarebbero stati decisi sempre dalla società spagnola.
Sky però non vuole rinunciare ad allestire programmi televisivi di sua produzione all’interno dei quali inserire gli spot pubblicitari. Né intende accettare che sia qualcun altro a stabilire la quantità degli spazi pubblicitari da collocare all’intero dei programmi che trasmette a milioni di utenti italiani.
Perché il Tribunale di Milano ha dato ragione a Sky e ha stabilito che il bando deve essere riscritto?
Il tribunale di Milano ha detto che il bando predisposto da Mediapro, la quale a sua volta aveva acquistato i diritti degli eventi sportivi direttamente dalla Lega Calcio, ha trasformato la società spagnola da mera intermediaria dei diritti televisivi ceduti dalla Lega in un produttore di contenuti audiovisivi che si pone in concorrenza diretta con tutti gli altri operatori del mercato televisivo, come Sky appunto.
In sostanza, i giudici hanno deciso che Mediapro deve limitarsi a mettere all’asta solo i diritti per l’evento sportivo (i 90 minuti della partita) e non può obbligare i partecipanti alla gara ad acquistare anche altri programmi televisivi, come quelli del pre e post partita. Per realizzare queste altre trasmissioni, ha detto il tribunale, deve essere lasciata piena libertà alle singole aziende produttrici di contenuti audiovisivi che acquistano i diritti. Pena la violazione del principio della libera concorrenza fra imprese dello stesso settore.