Il Mondiale del non
Il miglior commento a Svezia-Corea è di Wittgenstein, Belgio-Panama fa pensare a Le Carrè e Simenon
Esistono i fatti negativi? No, non sto parlando di sciagure, di malocchio o della nuvola di Fantozzi. E neppure di Salvini all’Interno a caccia di rom o Di Maio allo Sviluppo economico a caccia di guai. Non sto parlando di fatti negativi in quel senso, e non sono così partigiano da tirare in ballo quei due anche quando si tratta del Mondiale. Parlo di Wittgenstein e del Tractatus logico-philosophicus: il miglior commento a Svezia-Corea del Sud. Che un italiano non può guardare senza pensare che al posto degli svedesi avremmo dovuto esserci noi, e che questi sono i coreani che nel 2002 batterono l’Italia di Trapattoni 2-1, con la complicità dell’arbitro Moreno (secondo il tifoso italico medio), e della nostra insulsaggine (secondo me). Che poi, se Kim Jong-un fa la pace con Trump, col cervello e col mondo, e magari le due Coree tornano a essere una sola, noi ci risparmiamo pure la fatica di distinguere, perché la Corea che fece fuori Italia di Fabbri nel ’66, era l’altra, quella del nord. Un casino. Forse fa bene l’allenatore di questa Corea qua, che per confondere gli svedesi mescola i numeri sulle maglie dei calciatori. Ditelo, però: non siamo noi che abbiamo pregiudizi sui vostri musi tutti uguali, siete voi che fate i coreani!
Comunque, dicevo: i fatti negativi. Il tempo scorre, la partita è sempre sullo 0-0, più noiosa di un discorso alle Camere di Conte, e io non ho ancora aperto il Tractatus. Vediamo. Proposizione 1.1: “Il mondo è la totalità dei fatti” e i fatti sono “il sussistere di stati di cose” (§ 2). Facile, fin qui. Ma, aggiunge il filosofo austriaco, la realtà non è il mondo. La realtà comprende “il sussistere e il non sussistere degli stati di cose” (§ 2.06). Cioè: in Russia c’è la Svezia, e quello è un fatto. Ed è un fatto pure che grazie a un rigore sta vincendo la partita. Ma della realtà fa parte pure il fatto che noi, invece, non siamo là. Questo è il fatto negativo, quello che non sussiste. E l’uomo è l’unico animale che non può stare ai fatti senza pensare a come avrebbero potuto essere: se l’Italia non avesse pareggiato ma vinto; se Ventura non avesse schierato Gabbiadini invece di Insigne, e così via. Questo “non” ce l’abbiamo solo noi esseri umani. Ed è su questo “non” che si basa tutto, o quasi. Pure la politica. Vedi le ultime vicende: passato il 4 marzo tutti a chiedersi se Renzi non avesse voluto il referendum costituzionale, e dopo il 4 marzo se il Pd non avesse chiuso ai Cinque Stelle. Capovolgendo von Clausewitz, politica è la sostituzione della guerra con altri mezzi: quelli del rosicamento.
I fatti – quelli positivi, quelli che sussistono – hanno la testa dura, diceva però Lenin: a Mosca 2018 ben lo sapranno. Ma i fatti negativi li rammolliscono un po’. Oppure meglio: gli cambiano il sapore. Alzi la mano chi avrebbe mai pensato di seguire una partita così scialba – quasi senza tiri in porta, con i coreani che, in accordo a tutto quello che noi pensiamo della disciplina asiatica, non disobbediscono all’allenatore e non mettono una palla alta in area, per fare mischia, nemmeno nell’ultimo minuto di recupero, perché il mister deve avergli detto che non si fa, perché gli svedesi sono lungagnoni – alzi la mano chi l’avrebbe fatto senza avere una scorta di fatti negativi, rammarichi e recriminazioni a disposizione. (E se il direttore del Foglio non ce lo avesse costretto). L’Italia del rancore, dice il Censis. Cavolo se non è vero.
Così ora non mi va neanche di pensare che ci sia qualcosa da vedere in Belgio-Panama. Possono anche vincere tre a zero, ma io se penso a Panama penso comunque al cappello, al sarto di Le Carré e al dittatore Noriega rovesciato dagli americani. E se penso al Belgio, penso invece a Georges Simenon, e mi basta. Piuttosto, mentre andava la partita, c’era in radio Zamparini, il pirotecnico presidente del Palermo (anche questo è il calcio italiano), ad annunciare fuoco e fiamme. Il Palermo rimane in serie B, il Frosinone va in A e lui dice che la partita è stata “illegale”: vuole rifarla (a proposito di fatti negativi). E che ti dice poi, lo Zamparini? Che di Salvini e Di Maio lui è un grandissimo ammiratore. Vedete? Tout se tient, incipit compreso.
Il Foglio sportivo - In corpore sano