facce da mondiali
Milivojević e il destino gramo dei mediani
Il centrocampista della Serbia è "uno dei giocatori più intelligenti che ci siano in Premier" dice l'ex capitano del Manchester United, Paul Scholes. Eppure ci sono voluti dieci anni prima che se ne accorgessero
A uno così, uno che aveva quella gamba, quella forza, quella capacità di capire prima come si sarebbe sviluppata l'azione avversaria, avevano pronosticato un futuro di quelli che se lo sarebbero ricordati tutti. Aveva sedici anni e a Kragujevac, più o meno il centro geometrico della Serbia, dicevano che era un lusso avere un giocatore del genere. Aveva sedici anni e le giovanili erano ormai il passato, la terza divisione una dimensione temporanea. Luka Milivojević meritava altro, meritava la Stella Rossa, disse Vladimir Petrović, ex centrocampista, capitano e bandiera della Zvezda, che all'epoca allenava la nazionale cinese, ma che con la sua ex squadra ancora chiacchierava parecchio. E dava loro consigli: "Prendetelo". Gli risposero, ok, va bene, vediamo. Quando si decisero era già troppo tardi: era stato acquistato dal Rad Belgrado.
Quando nel giugno 2009 lasciò la Cina per sedersi sulla panchina della squadra della sua vita, Petrović disse alla dirigenza che voleva Milivojević. Gli risposero che l'avrebbero acquistato. Dal Rad però chiesero mezzo milione di euro e allora tanti saluti alle trattative. Poco male, pensò Petrović, c'è tempo, lo prendiamo il prossimo anno. Il centrocampista arrivò per davvero, ma solo nel 2012, quando già Petrović se ne era andato, ché mica è vero che un grande amore in campo resiste anche in panchina. Non si può essere innamorati sempre e i sogni, almeno nel calcio, anche se si realizzano, non resistono per troppo tempo. Petrović aveva fatto le valigie, le aveva disfatte a Timisoara, Romania, e poi di nuovo in Serbia, indossando la giacca e la cravatta con lo scudo della Nazionale. E visto che al ct non si comanda, come al cuore del resto, ecco che il 7 novembre 2011 nella lista delle convocazioni il tecnico inserisce il nome di Luka Milivojević, che di anni ne aveva venti e che aveva totalizzato appena quattro presenze con l'Under 21. "L'ho convocato perché ha un gran talento, perché di giocatori come lui la Nazionale ha bisogno". Giocherà? "Vedremo, c'è tempo, per ora è importante che capisca cosa vuol dire vivere la Nazionale". Petrović rivedeva in Milivojević il suo maestro, Branko Stanković, uno dei più grandi centrocampisti jugoslavi della storia, uno che Franz Beckenbauer descrisse come "forse il più forte centrocampista difensivo della storia". Crede nel ragazzo a tal punto che lo tiene in panchina per novanta minuti e gli spiega come si dovrà muovere quando nel futuro sarà lui a comandare il centrocampo.
Luka Milivojević durante il debutto a Russia 2018 contro il Costa Rica (foto LaPresse)
Debutto in Nazionale rinviato, ma Petrović non se ne cruccia, c'è tempo, dice. Il ct non sa ancora che tempo non ce ne sarebbe stato: il 14 ottobre 2011 è esonerato dopo la clamorosa eliminazione della Serbia nel girone di qualificazione per Euro 2012.
Milivojević intanto continua a giocare, a recuperare palloni, a leggere le azioni avversarie come fa un ricercatore con i libri di testo. Aleksandar Janković, allenatore della Stella Rossa nella stagione 2012-2013, disse che "Luka è un muro d'intelligenza tattica. Non lo si supera non solo perché è forte, ma perché sa cosa l'avversario farà prima che questo lo faccia davvero". Un giocatore così, dice Janković, potrebbe essere essenziale per quasi tutti i top club.
Ma Milivojević è un centrocampista di fatica, uno che si fa vedere poco pur lavorando molto e sui taccuini degli scout il suo nome non finisce mai. Va all'Anderlecht e gioca spesso, poi si prende a male parole con l'allenatore e il campo non lo vede più.
Va in Grecia, all'Olympiakos, e gioca che "sembra una meraviglia", dice il presidente Evangelos Marinakis. Ma quando l'Arsenal chiede informazioni si fa male al ginocchio e resta fuori due mesi. Ci vorrà un anno e mezzo per ritrovare la forma fisica migliore. Un anno e mezzo che fanno dimenticare il suo nome all'Arsenal. Ma non a Londra. E così arriva il Crystal Palace, che versa quindici milioni nelle casse del club greco.
Del gran colpo di mercato però non se ne accorge nessuno, almeno in estate. Anzi. C'è chi dice che quindici milioni per un centrocampista difensivo sono un'enormità. Il direttore sportivo Dougie Freedman tranquillizza tutti e dice "che i conti si faranno a fine stagione" e che lui è certo "che Luka dimostrerà a tutti di essere uno dei migliori centrocampisti al mondo". Il tecnico del Crystal Palace Frank De Boer non sembra essere d'accordo. Milivojević si siede in panchina, entra al massimo a partita iniziata, quando le cose sono già messe male. Quattro partite e quattro sconfitte, De Boer a casa e Roy Hodgson in panchina. E Milivojević in campo. Trentatré partite, dieci gol, centinaia di palloni recuperati, infine la fascia di capitano.
Una scelta che non stupisce l'ex centrocampista del Manchester United Paul Scholes: "L'avete visto? E' fantastico, uno dei giocatori più intelligenti che ci siano in Premier League".
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA