Tra Arabia Saudita e Qatar c'è un problema (anche) di diritti tv
In medio oriente il Mondiale è trasmesso da beIn sport, televisione qatariota, il cui segnale è stato criptato in Arabia. E per ovviare a questo si pirata il segnale
C'è un problema di diritti televisivi tra Arabia Saudita e Fifa e in mezzo c'è beIN Sports, la sezione sportiva di beIN Media Group (Qatar), fino al 2014 controllata di Al Jazeera. E questo è un problema per la Fifa in quanto i canali beIN Sports, tra le altre cose, trasmettono, in Medio Oriente e Nord Africa, la Champions League, l’Europa League, i campionati europei più importanti e, soprattutto, i Mondiali in Russia.
Tutto è nato più di un anno fa (come scrivemmo qui) quando Arabia Saudita, Bahrain, Egitto ed Emirati Arabi Uniti hanno accusato il Qatar di finanziare il terrorismo islamico, chiudendo le rispettive rotte aeree con il paese del Golfo ed espellendone il personale diplomatico. Uno dei risvolti più banali, all’interno di una grave crisi diplomatica dalle pieghe tutt’ora incerte, è che il segnale di beIN Sports è stato criptato in Arabia Saudita e nessuna tv araba si è potuta accordare con quella qatariota per la trasmissione delle partite. E così alla vigilia del Mondiale si è cercato di superare il problema. Diplomaticamente. I negoziati tra la beIn e la General Sports Authority saudita però non hanno portato benefici: secondo quest'ultima il Qatar aveva fatto marcia indietro sull’accordo iniziale, secondo la controparte invece non sarebbe stato raggiunto sulla cifra proposta. E la Fifa? Niente, anche perché l’unica sua preoccupazione, cioè piazzare i diritti televisivi, era stata risolta a monte.
I sauditi l’hanno buttata in caciara criticando la politicizzazione dello sport, evocando la pirateria televisiva e sottolineando l’importanza che il calcio ha per il proprio Paese: “La gente, in Arabia Saudita, deve vedere la Coppa del Mondo”, ha dichiarato Pat Janssen, ad dell’Al-Shabab FC, club di Riyadh. Simon Chadwick, professore di economia sportiva all’università di Salford, ha chiamato in causa la Fifa: “Deve prendere posizione, deve essere risoluta, anche perché è stata aperta una questione nuova: poter guardare il Mondiale è un diritto umano fondamentale?”. La Fifa ha lasciato tutto com’era per poi prendere posizione contro la piattaforma saudita BeoutQ, accusata di trasmettere illegalmente le partite di Russia 2018, piratando il segnale di beIN Sports, e riservandosi d’intraprendere un’azione legale. L’Uefa ha appoggiato l’azione legale della Fifa contro la piattaforma saudita BeoutQ, affermando che avrebbe distribuito illegalmente anche le ultime Champions ed Europa League, comprese le finali di maggio.
La pirateria televisiva non è una novità e non nasce adesso, soprattutto per quanto riguarda gli eventi sportivi, gli stessi che, come ha sottolineato Charles McManis, esperto di diritto internazionale, traggono linfa vitale dai diritti televisivi, in particolare manifestazioni come il Campionato del Mondo di calcio.
C’è poi l’Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPs), promosso dall’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), di cui fanno parte sia Qatar che Arabia Saudita, e che parla chiaro in merito. La Fifa ha concesso i diritti esclusivi di Russia 2018 a beIN Sports (con sede legale a Doha), che li rende disponibili ai propri abbonati tramite i servizi satellitari pay-per-view. In base alle regole internazionali questi possono essere censurati per vari motivi, ma non è questo il caso. La media company qatariota vorrebbe fare valere le proprie ragioni in Arabia Saudita, ma l’assenza di rapporti diplomatici e una mancata reciprocità giuridica glielo impediscono. Sono in molti a pensare che questa diatriba porterà in futuro a rendere più complessa la vendita dei diritti televisivi esclusivi, mentre BeoutQ, sul profilo Twitter, pontifica sullo smantellamento dei monopoli della proprietà intellettuale.
Parallelamente, in Arabia Saudita e in tutto il mondo arabo nemico del Qatar, si raccolgono firme (58.000 sulla piattaforma sport4everyone.org) e pareri illustri contro la ‘politicizzazione’ delle telecronache, piratate, dei giornalisti di beIN Sports, i quali avrebbero irriso le sconfitte dell’Arabia Saudita, soprattutto il 5-0 d’apertura contro la Russia, sfruttando l’occasione iridata per aggravare la crisi diplomatica tra i due Paesi. Nel gruppo A l’Arabia Saudita, così come l’Egitto, ha sgonfiato il problema sportivo facendosi eliminare, in sole due partite, dal Mondiale e proprio contro gli egiziani gioca il derby della consolazione. Resta, invece, aperto quello della crisi diplomatica e politica, così come quello economico dei diritti televisivi, anzi questo in prospettiva diventa sempre più grosso.
Il Foglio sportivo - In corpore sano