Chi ha guadagnato dai Mondiali di Russia?
Investimenti, nuovi stadi, biglietti venduti, diritti tv. Alla fine a vincere è sempre e comunque la Fifa. Ecco i numeri dell'edizione della Coppa del mondo appena conclusa
Cosa resta di un Mondiale, cosa resta di tutti i soldi investiti e quanti di questi torneranno indietro sotto altre forme, ce l’hanno spiegato bene alcuni anni fa i due autori di Soccernomics, Simon Kuper e Stefan Szymanski. L’idea che una grande manifestazione sportiva, al netto delle spese, possa portare un notevole impatto economico è sbagliata, così come è sbagliata quella che un nuovo impianto, tipo uno stadio, possa influenzare positivamente l’economia di una città. La spesa per la costruzione degli impianti di Russia 2018 è stata stimata in circa 11 miliardi di dollari. A Kaliningrad, fazzoletto russo stretto tra Lituania e Polonia, l’Arena Baltika è stata costruita dal Crocus Group dell’oligarca Aras Agalarov. Lì dove c’era la palude adesso c’è lo stadio che con 35.000 posti servirà il Futbol’nyj Klub Baltika, il quale milita nella serie B russa, ha vinto un campionato nel 1955 e ha una media di 4.000 spettatori a partita. Secondo Transparency International, gli stadi della Coppa del Mondo sono stati un mezzo per premiare gli uomini d’affari legati al Cremlino, facendogli costruire impianti mastodontici rispetto ai territori che li ospitano. A Kaliningrad oltre il riempimento della palude è stato migliorato l’asfalto delle strade e potenziato l’aeroporto, ma la regione non ne trarrà alcun vantaggio.
L’agenzia di rating Moody’s, come riportato anche da calcioefinanza.it, ha dichiarato che i benefici economici sono limitati al periodo del Mondiale, in particolare per le industrie alberghiere, alimentari, dei trasporti e delle telecomunicazioni. E nonostante quello che dice il governo russo, il quale avrebbe commissionato un sondaggio per dimostrare il contrario, l’aumento dei flussi turistici, secondo Moody’s, non è un fattore trainante per l’economia del Paese nel lungo periodo. Questo non vale solo per la Russia. Kuper e Szymanski, che avevano fatto i conti in tasca alla Germania per il Mondiale 2006, hanno scoperto che alla fine tra chi va a vedere la fase finale di una Coppa del Mondo, visitando il paese ospitante, e chi lo evita per lo stesso motivo il conto si pareggia. C’è, semmai, l’immagine che la Russia ha dato di sé in questo mese e per quello che si è visto e letto è una bella immagine, di una nazione moderna e organizzata, capace di ospitare senza alcuna controindicazione una manifestazione sportiva come il Mondiale di calcio, hooligans autoctoni e stranieri compresi.
Ma allora chi ci ha guadagnato? Sicuramente la Fifa, nonostante la crisi successiva al Fifagate, con sponsor in fuga, che ha incassato qualcosa come 2,60 miliardi di dollari, tra entrate e uscite (fonte statista.com). Ha speso, tra le altre cose, 370 milioni di dollari per le produzioni televisive, 358 per i premi alle squadre, 157 tra biglietti e ospitalità, 453 di contributo alla Russia in qualità di Paese organizzatore, per un totale che alla fine è di 2,22 miliardi di dollari. Di contro ne ha incassati 2,428 di diritti televisivi e questa cifra da sola spiega l’importanza dei Mondiali per la Fifa: una manifestazione cui non rinuncerà mai, perché ne va della sua stessa sopravvivenza. Oltre il miliardo e mezzo lo ha riscosso grazie ai diritti di merchandising e 527 milioni grazie ai biglietti. Il totale delle entrate è di 4,83 miliardi di dollari. Ragione per cui Gianni Infantino può sorridere, abbracciare e stringere mani perché, dopo la Francia campione del mondo, il vero vincitore è lui e la nuova, sulla carta, Fifa.
Ma anche i club europei non se la cavano male, visto che ricevono una diaria per ogni calciatore utilizzato. Su tutti il Real Madrid che incasserà quasi 4 milioni di dollari, segue il Manchester City con 3,781, il Chelsea con poco più di 3,5, il Barcellona con 3,192 e il Psg con 3,167. Tra le prime dieci società ci sono pure Tottenham Hotspur, Manchester United, Monaco, Bayern Monaco e Arsenal. Dato che ci dice due cose: la centralità del calcio europeo a livello planetario e quella della Premier League a livello continentale. Se sommiamo questi premi a quelli per le nazionali partecipanti, ai calciatori infortunati, ecc., il totale speso dalla Fifa è di 791 milioni contro i 576 di Brasile 2014 e i 420 di Sud Africa 2010; nel 1982 la cifra era di 20 milioni di dollari. Ecco, potremmo paragonare la Fifa al banco principale di un casinò, qualunque sia il traffico di giocatori, chiunque vinca le singole partite, il banco trionfa sempre. Con vista su Qatar 2022.