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Una manifestazione nazionale di ultras nel 2003 a Roma (foto LaPresse)
Tifare contro
Curve di lotta e di governo
La maggioranza degli ultras ha votato per Lega e Movimento 5 Stelle. E non è un cambiamento da poco per un mondo caratterizzato da una fortissima componente antagonista
Del rapporto tra curve degli stadi e politica si discute da cinquant’anni, anche se quasi sempre a vanvera. Strano dunque che nessuno abbia sottolineato quello che è successo dopo le elezioni del 4 marzo: se infatti si guardano i risultati elettorali per fascia d’età, titolo di studio e professione, è evidente che la risicatissima maggioranza (50,3 per cento) che su scala nazionale ha votato 5 stelle e Lega in curva diventa significativamente più corposa. Insomma, per la prima volta da quando esistono come luogo di aggregazione e territorio d’elezione del movimento ultras, le curve sono diventate “governative” (e un ultras vero, il leghista Daniele Belotti, non solo è stato eletto alla Camera, ma con 105 mila preferenze è in assoluto il deputato più votato d’Italia).
Non è un cambiamento da poco per un mondo caratterizzato da una fortissima, per certi aspetti strutturale, componente antagonista, e che ha sempre avuto un rapporto dichiaratamente conflittuale con le istituzioni. Tanto vale, allora, cercare di approfittarne e fare un po’ di lobbismo: hanno cominciato, e hanno fatto bene, alcuni gruppi che durante la Festa della Dea a Bergamo hanno consegnato al sottosegretario Vito Crimi un documento dove si chiede al nuovo esecutivo (che non ha più un ministero dello Sport, la cui delega è andata a un altro sottosegretario, Giancarlo Giorgetti) di intervenire su alcuni punti fondamentali per la vita in curva: Daspo, Codice di Gradimento, eccetera. Vedremo.
Nel frattempo, chissà che qualcuno, tra chi si oppone al governo, di fronte all’evidenza di questi elettori trascurati, e voti perduti, non ricordi le parole, così lontane e così vicine, di Valerio Marchi, che era un ultras, era un intellettuale ed era di sinistra, e nel 2005 scriveva: “Tra intellettuali altezzosi e una sinistra spesso immemore, l’ultras si è ritrovato solo davanti alla brigata ‘Appendili e Frustali’, alle chiacchiere sul malessere sociale estraneo al calcio, alle teorie del complotto, a decenni di brutali tattiche coercitive”.
[Questo articolo è stato pubblicato sul Foglio Sportivo del 22 settembre 2018.
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