That win the best
Pamela Anderson si è annoiata della Ligue 1
Per questo twitta di politica italiana. Per fortuna c’è Mou-Ranieri in Premier. Le aspirazioni di CR7 e il party estivo dell'Arsenal
"Take me out tonight”, cantavano gli Smiths, e lo stesso avrebbero dovuto dire ai propri amici e parenti stretti i tifosi delle squadre italiane impegnate in Coppa Italia questa settimana, pur di non vedere lo spettacolo mesto offerto loro dalle riserve dei giocatori che di solito indossano la maglia da titolare. Mentre in stadi semivuoti tifosi tristi applaudivano per non congelare partite entusiasmanti come Bologna-Crotone, Genoa-Virtus Entella e Torino-Südtirol, in Premier League si giocavano Manchester United-Arsenal, Tottenham-Southampton e Wolves-Chelsea. Non mi rassegnerò mai alla formula della vostra Coppa Italia, pensata per far cadere le palle dalla noia fino ai quarti di finale e poi per paracadutare in Europa League qualche big che in campionato sbaglia stagione. E poiché pigrizia chiama pigrizia, la piccola che per caso batte la grande diventa favola, in un giochino più scontato delle interviste a ex allenatori ed ex giocatori dell’Inter prima di ogni sfida contro la Juventus, che ricordano di quella volta che si poteva dare rigore ma non fu dato e poi tutti a scrivere articolesse indignate perché il clima durante la partita non è di amorevole fairplay).
Un paese che ha bisogno di Rino Gattuso per criticare il governo non può che meritarsi uno come Pellissier. Il bomber del Chievo – ormai buono soltanto a segnare contro squadre-simpatia come la Lazio – ha detto che, un po’ come lui nella storia del calcio italiano, “Mussolini ha fatto anche cose buone”. Data la sua età probabilmente se le ricorda dal vivo. Sta peggio il calcio francese, dove il difensore del Marsiglia Adil Rami, forse invidioso del suo presidente, sta da tempo con quella tardona di Pamela Anderson. Essendo americana lei finge di comprendere lo sport praticato dal suo toy-boy, peccato che la Ligue 1 sia talmente noiosa da avere spinto l’idolo di una generazione di adolescenti individualisti a twittare raffinate analisi sociopolitiche a sfondo ecologista, europeista e antisovranista in cui critica Salvini e discetta sull’origine mondialista di spaghetti e sugo al pomodoro. Ancora un paio di tweet così e il Pd la candida a segretario. In attesa della Brexit mi godo il weekend di Manchester United-Fulham, e cioè Mourinho-Ranieri, ormai amici fraterni, con il portoghese che agisce da agente infiltrato di Tuttosport per accelerare la fuga di Pogba dalla squadra e permettere a Jacobelli di titolare per un mese: “Io l’avevo detto che veniva alla Juve”. Il Sun ha pubblicato un video in cui a un party si vedono alcuni giocatori dell’Arsenal inalare protossido di azoto, l’hippy crack che provoca euforia. Non è illegale, ma ovviamente non fa bene, anzi fa male. Il party è di agosto. Io, che non sono né un prete né un paternalista liberal so che i Gunners sono 20 partite che non perdono. Pensa senza hippy crack.
Intanto assisto divertito all’evoluzione della notizia su Ibrahimovic al Milan. Pare che salti tutto, ma poiché i giornali devono essere riempiti, ecco “spuntare” – come in una intercettazione sul Fatto – il nome di Balotelli associato a quello dei rossoneri. I tifosi del Milan si sono ovviamente ribellati, e Super Mario – appena scaricato dal Nizza – ha affidato a Instagram il suo pensiero: “irriconoscenti”, ha detto ai suoi ex supporter. No Mario, semmai sono intelligenti. D’altra parte, come biasimarli, l’ex direttore sportivo Mirabelli ha appena rivelato che prima di andarsene dal Milan aveva in pugno Cristiano Ronaldo, affascinato dall’idea di vincere l’Europa League. Certo, come quando io al pub cerco di far credere senza successo ai miei amici che la bionda coi tacchi seduta al tavolo là in fondo vorrebbe partire per un viaggio in Oceania con me perché le piacciono i miei articoli.
Il Foglio sportivo - In corpore sano