Il basket libero di James Harden batte Golden State all'overtime
La partita dell'anno in Nba è stata probabilmente quella vinta dagli Huston Rockets contro i Golden State Warriors. E The Beard è stato il grande protagonista: 44 punti, 15 assist e 10 rimbalzi
Dicevano che era bravo, molto bravo, ma per essere un campione "deve per forza dimostrarlo contro i più forti e quasi mai contro i più forti riesce a essere stellare". Da quando il commentatore Stephen A. Smith ha detto questo nella trasmissione sportiva ESPN First Take James Harden ha deciso di non scendere sotto i trenta punti a partita. Il cestista degli Houston Rockets è da quasi un mese che gioca a livelli eccezionali, è da un mese che sbaglia pochissimo e segna (e fa segnare) tantissimo. Questa notte ha preso per mano la squadra allenata da Mike D'Antoni, l'ha salvata quando ormai sembrava tutto compromesso, l'ha portata alla vittoria all'overtime, l'ha vinta 134-135. E tutto questo contro i Golden State Warriors, ossia la franchigia di Stephen Curry, Klay Thompson, Draymond Green, Kevin Durant e DeMarcus Cousins, quella che da quattro stagioni arriva alle finali della Nba, quella che ha vinto tre anelli in quattro anni, quella che "ha uno dei quintetti migliori nella storia", parola di Larry Bird, tre volte Mvp della lega basket più famosa al mondo.
E contro i migliori James Harden è andato in tripla doppia: 44 punti, 15 assist e 10 rimbalzi. Alla Oracle Arena i campioni Nba erano arrivati sul +20 nel primo tempo, erano in pieno controllo di una partita che sembrava già chiusa. Poi è arrivato The Beard a dimostrare che il basket è uno sport incredibile dove se puoi e vuoi allora non c'è limite a niente.
"Forse non è la partita perfetta, ma ci è andato vicino", ha detto il compagno Clint Capela. Forse non è la partita perfetta ma tant'è, di partite così se ne vedono poche e Harden, perfetto o no, ha dimostrato che anche contro i più forti riesce a essere stellare. Forse non è la partita perfetta, molto probabilmente però è la partita dell'anno.
"Sono solo più aggressivo, sono concentrato solo nella fase di attacco", ha detto a Sportingnews, che altro non vuol dire che "gioco più libero, sono libero nel parquet e per questo sono libero di testa". Harden ha trovato la libertà: D'Antoni gli ha allargato le sbarre, ha creato per lui schemi sempre meno opprimenti, gli ha permesso di fare quello che preferisce, ossia "un basket di palla e gioco, di tiri e passaggi stretti, di fantasia. Perché è la fantasia che salva lo sport, che fa divertire il pubblico, che fa divertire soprattutto noi. La fantasia è la mia dimensione e con la fantasia si vince sempre", raccontò all'ESPN nel 2015 al termine della sua stagione meno felice in Nba. L'arrivo di D'Antoni gli ha rimesso allegria. I risultati si vedono.