Le inglesi ai quarti e il pacco di CR7
La Premier non è un parco giochi. Balotelli fa finalmente parte della categoria “strano ma vero”
E derby sia, dunque. Capisco che avere quattro inglesi in semifinale di Champions League sarebbe stato troppo, dopo anni di “il calcio inglese non è più quello di una volta”, “la Premier League è sopravvalutata” e originalissime battute sulla Brexit ogni volta che un Manchester United o un Arsenal venivano eliminati. E non venite a farmi la pippa sugli allenatori stranieri che siedono sulle panchine di City, Tottenham, Liverpool, United, Arsenal e Chelsea, ci siamo capiti benissimo.
Sarà dunque Tottenham-Manchester City ai quarti, e va bene così: guardatele tutti, quelle due partite, prendete appunti e poi passateli a Inter, Milan, Roma, chi volete voi. Il Liverpool non farà la fine dei giallorossi contro il Porto, mentre il Manchester United di Solskjaer probabilmente sarà spazzato via dal Barcellona, la coppa alla fine la vincerà la Juventus, ma anche qui ci siamo capiti: il fatto è che siamo tornati, e non ce ne vogliamo andare. Non ci siamo arrivati per caso, così in massa, ai quarti delle due coppe europee: dietro c’è un lavoro di anni di un movimento che ha capito prima di altri che il calcio pane e salame (o fish&chips, fate voi) aveva fatto il suo tempo, che serviva supportare gli investimenti e prima o poi i frutti si sarebbero visti.
Mentre la serie A da quasi un decennio è il parco giochi della Juve, la Premier League continua ad avere il fascino dell’impresa possibile per quasi tutti. Certo, anche l’Italia non scherza: la consegna del Premio Socrate a Wanda Nara è stato uno dei momenti di surrealismo più alti degli ultimi tempi, quasi come l’idea che Cristiano Ronaldo debba essere squalificato per avere mostrato il pacco ai tifosi dell’Atletico Madrid, eventualità stucchevole quanto gli scandalizzati per “los huevos” di Simeone all’andata che dopo il ritorno postavano ovunque la foto di CR7.
Lasciateci mostrare i maroni a chi vogliamo, vi prego, ora che non possiamo più dire che non vedremmo una partita di calcio femminile nemmeno sotto tortura né dire che i nostri avversari ci stanno antipatici. Il Premio Socrate per la libertà di parola datelo ai tifosi che ancora hanno il coraggio di cantare “vaffanculo” alla tifoseria avversaria fregandosene del fatto che così non finiranno mai sulla copertina di Internazionale. Da vecchio conservatore reazionario quale sono so che tutto prima o poi torna al suo posto, per questo brindo al ritorno in Nazionale di Messi e Cristiano Ronaldo, ma non disdegno il progressismo saggio di Mancini che continua a non convocare Balotelli, preferendogli giocatori che non lasceranno tracce significative nella storia del calcio. Non posso non registrare l’eterno ritorno dell’identico, però, con i giornalisti nuovamente esaltati per le prodezze di Super Mario in Ligue 1. Prodezze così dimenticabili che per essere ricordate devo avere la coda social: Balotelli segna e poi esulta a bordocampo in diretta su Instagram – GUARDA IL VIDEO. Bello, ma nessuno che sappia dirmi contro chi ha fatto gol e quanto è finita la partita. Ogni scusa è buona per bere, quindi brindo anche all’ingresso ufficiale di Mario Balotelli nella categoria giornalistica dello “strano ma vero”. In attesa di rivederlo presto in quella delle grandi promesse mancate, assieme a tutta la rosa dell’Inter.