Lupoli, da meteora all'Arsenal ad amuleto alla Fermana
Del talento scappato da Parma per diventare il pupillo di Wenger si erano ormai perse le tracce. Ma in Lega pro, ormai trentenne, è tornato a essere decisivo
Rino Gattuso era stato il primo. E forse l'unico a mantenere le promesse. A 19 anni, nel 1997, i Rangers gli offrono quello che il Perugia non può (o non vuole dargli). A fine contratto vola in Scozia, scappando da una finestra per sfuggire a Luciano Gaucci. Gli basta una stagione per crescere bene (obbligatorio per sopravvivere agli scherzi di Paul Gascoigne), trovare moglie a Glasgow e ritornare in Italia, prima alla Salernitana, quindi al Milan, dove avrebbe vinto tutto fino a diventare campione del mondo con l'Italia nel 2006. Ma per un Gattuso che ce l'ha fatta, tanti sono stati i giovanissimi italiani bruciati dalla tentazione estera. Scelte operate a causa della normativa sui contratti per minorenni - e comunque si sarebbe dovuto trovare dirigenti disposti a scommettere su un loro futuro da professionisti - oppure per le crisi economiche dei club. Un terreno di caccia fertile per le società straniere, soprattutto inglesi, che attiravano i ragazzi in fuga, accompagnati dall'italico grido di dolore: “Ci stanno strappando i migliori talenti”.
Oggi, a guardarsi indietro, forse tanto talenti non erano, tolte alcune eccezioni come Samuele Dalla Bona, passato dall'Atalanta al Chelsea con alcune stagioni discrete, oppure Vito Mannone, portiere di successo con Sunderland e Reading dopo aver salutato Zingonia in direzione Arsenal. Gli altri? Federico Macheda, scappato al Manchester United dalla Lazio e passato alla storia per i gol in Premier al Chelsea e all'Aston Villa, oggi sverna in Grecia, al Panathinaikos. Davide Petrucci, definito il nuovo Totti e passato anch'egli allo United dalla Roma, non ha mai giocato con i Red Devils e lo troviamo in Turchia, al Caykur Rizespor. Vincenzo Camilleri era finito al Chelsea dalla Reggina, con tanto di denuncia Uefa del presidente Lillo Foti e favoleggiata fuga dal Centro sportivo Sant'Agata verso Londra su un elicottero di Roman Abramovich. Dopo pochi mesi era tornato in Italia e quello che era considerato in prospettiva un ottimo difensore, si esibisce con la Vibonese.
Più rumore di tutti aveva fatto una coppia di attaccanti cresciuta nel Parma. Giuseppe Rossi e Arturo Lupoli lasciano l'Emilia nel 2004, hanno 17 anni e si congedano da un club che sta cominciando a cedere economicamente, dopo la bolla Tanzi-Parmalat. Il primo va da Alex Ferguson allo United, il secondo da Arsene Wenger all'Arsenal. Più talentuoso Rossi, giunto fino alla Nazionale e frenato da una serie impressionante di gravi infortuni. Più caratteriale Lupoli, che a Londra trova un manager che crede in lui. Debutta in Coppa di Lega contro il Manchester City, nella partita successiva segna una doppietta all'Everton. Seguono gli esordi in Premier e in FA Cup, nel 2006 il prestito al Derby County in Championship. Con 7 gol contribuisce alla promozione. E cominciano le scelte sbagliate, a cominciare dagli agenti che lo spingono a tornare in Italia nel febbraio 2008, attratti da un ricco contratto quinquennale con la Fiorentina. Soldi che non si traducono in partite, chiuso in attacco da Pazzini e Mutu. Da Firenze parte una lunga serie di prestiti e toccate e fuga, per una collezione di quindici club diversi e situazioni destinate all'anonimato.
Quando Lupoli si presenta alla Fermana in serie C, nel settembre 2017, è uno dei tanti trentenni passati nel calcio senza lasciare segni tangibili, tolta la prima promozione in A del Frosinone, vissuta comunque da seconda linea. Sembra giunto nelle Marche per svernare, invece trova le condizioni per essere utilizzato con continuità, fino a diventare il valore aggiunto in una squadra che deve salvarsi. Nella prima stagione colleziona 33 presenze, come non gli capitava da una vita, e sei gol. La scorsa estate c'erano state schermaglie sul rinnovo, con proposte giunte da realtà improbabili come Malta e Cipro, poi la decisione di restare, con un contratto fino al 2020. Di Lupoli si è tornati a parlare nell'ultimo turno, per la rete vincente contro il Rimini, quarto gol di stagione distribuito in altrettante partite. Un attaccante amuleto, visto che la Fermana trova sempre i tre punti quando lui segna. Dall'obiettivo salvezza i marchigiani ora sono entrati in un'ottica playoff. E Lupoli pare aver finalmente trovato pace, oltre a un luogo dove dare senso a una carriera ripresa per i capelli all'ultimo istante utile.