Così Italiano ha riportato a Trapani il sogno della serie B
Oggi, contro la capolista Juve Stabia, la squadra siciliana vuole completare la rimonta che l'ha portata a un solo punto dalla vetta del girone C. Ma i tifosi attendono soprattutto le mosse della nuova proprietà
Un'estate fa il Trapani non avrebbe dovuto neppure iscriversi al campionato. Dead team walking, c'era scritto di fianco al nome. Oggi si gioca la promozione diretta in serie B, nel big-match che lo vede impegnato in casa della capolista Juve Stabia cui, con pazienza, ha rosicchiato i nove punti di vantaggio, fino a ridurli a uno solo per una partita che, a cinque giornate della fine, è lo spareggio che vale tutto nel girone C.
Il merito? Va a un allenatore che l'anno scorso era in serie D, ma cui è bastato un solo anno per far capire quanto possa valere. Vincenzo Italiano è stato un centrocampista che ha attraversato il calcio da buon praticante. Un siciliano nato per sbaglio a Karlsruhe, dove i genitori erano andati a trovare i parenti. Dopo sei mesi è già ritorno sull'isola, dove Italiano comincia a giocare con profitto, esordendo in C1 a meno di 17 anni proprio a Trapani, nel 1994. Una carriera con tanto Veneto, la gran parte delle partite con il Verona, quindi Chievo e Padova, dove si ritrova coinvolto in uno dei tanti Calcioscommesse che punteggiano il nostro pallone del terzo millennio. Dalla giustizia sportiva ricava una squalifica di tre anni, poi ridotta a nove mesi, da quella ordinaria ottiene invece l'archiviazione.
Con il pallone smette a Lumezzane, con la panchina comincia in prima persona nella Vigontina San Paolo, in provincia di Padova. Due stagioni e poi la chiamata dell'Arzignano, dove si classifica terzo con un gioco fatto di proposta (75 i gol segnati) e carattere: “Non mi accontento di vivacchiare per il punticino”. Come non si accontenta a Trapani, dove torna in estate in una situazione allo sbando. La proprietà dal 2005 è del comandante Vittorio Morace, un nome che vuole dire flotta. La squadra raccoglie il suo quarto d'ora di gloria quando, in serie D, si scopre che i giocatori non sposati dormono su una nave della Liberty Lines. È il modo originale con cui il tecnico Roberto Boscaglia fa fare loro “gruppo”. Un gruppo che alla sera si ritrova anche a pescare, organizzando cene cui si aggiungono i compagni che hanno famiglia.
Con Morace il Trapani sale fino in serie B, arrivando a giocarsi nel 2016, sotto la guida di Serse Cosmi, la finale promozione, che perde contro il Pescara. Il contraccolpo è la retrocessione nella stagione successiva, con un progressivo disimpegno del comandante, causa problemi giudiziari che gli suggeriscono di salutare e trasferirsi in Spagna, scegliendo il club di calcio come prima attività da dismettere. Quando Italiano si presenta in agosto, si trova con una squadra letteralmente da costruire. Un problema che risolve giorno dopo giorno, dando una precisa identità al gruppo. Il modulo di riferimento è il 4-3-3, la fase offensiva (fatta di possesso palla e verticalizzazioni) è sempre il punto di forza, visto il miglior attacco con 52 gol, insieme proprio con la Juve Stabia. Un gioco che nasce durante allenamenti in cui si lavora sempre con il pallone, curando con attenzione la fase tecnica, esaltata dal terreno sintetico dello stadio Provinciale. Italiano si confronta quotidianamente con i suoi, un atteggiamento approvato in primo luogo dagli anziani del gruppo. E aggiunge intuizioni che fanno la differenza, come Pedro Ferreira, uno abituato a giocare in avanti sulle fasce, trasformato in terzino irresistibile, o come Anthony Taugourdeau, inventato difensore centrale da regista che era.
Ora la sfida di Castellammare di Stabia, cui il Trapani arriva sulle ali di una rimonta da completare su una rivale dal fiato corto. Una partita che, curiosamente, non infiamma più di tanto la città. Questo perché si attendono le mosse della nuova proprietà, visto che Morace è riuscito finalmente a cedere il club dopo tanti tentativi a vuoto. Una trattativa su cui c'è stato anche un insolito inserimento della Lega Pro, inizialmente poco convinta della solidità della FM Service, società informatica avellinese con un ultimo bilancio da 400.000 euro. Alle osservazioni di inizio marzo ha poi fatto seguito il via libera all'operazione, sorretto dal pagamento della prima rata di stipendi dei giocatori e dalla solvibilità nei confronti dei fornitori. Particolari che toccano relativamente Italiano che pensa alla Juve Stabia e, a 41 anni, a un proprio futuro da costruire.