Mondiale di calcio femminile, dalla Giamaica griffata Marley agli sciamani per Marta
Tre cose che (forse) non sapete sulle avversarie dell'Italia nel Gruppo C della Coppa del Mondo
Come suona il calcio in Giamaica
Dopo la mancata qualificazione per le Olimpiadi di Pechino 2008, in Giamaica il calcio femminile rischiò di scomparire. I due sponsor che avevano creduto nel progetto voltarono le spalle alle calciatrici: niente Cina, niente soldi, dissero. Quasi nessuno nella Federazione provò a opporsi. D'altra parte farsi prendere a pallonate da Messico (8-1) e Stati Uniti (7-0), quasi senza lottare, non era stato visto di buon occhio dai giamaicani. Senza sponsor, i soldi iniziarono a scarseggiare. E così prima la Nazionale femminile perse la struttura per allenarsi e, poi, la possibilità di andare a giocare in trasferta. A fine 2010 la Federazione ritirò la squadra dalle competizioni internazionali.
Perse le Reggae Girlz, all'isola caraibica rimasero soltanto i Reggae Boyz. Almeno sino al 2014, quando Cedella Marley, imprenditrice e cantante nonché figlia di Bob Marley, decise che "il calcio è donna", e che la Giamaica non poteva non avere una compagine femminile. "Siamo in un paese moderno e l'assenza di una Nazionale femminile ci riporta ai momenti peggiori della nostra storia". Qualcuno nella Federazione mormorò, sostenendo che lo schiavismo dell'Ottocento la semi-guerra civile degli anni Ottanta, non potevano essere paragonate all'assenza di una squadra di calcio. Quando però Cedella portò due sponsor per la squadra e i dollari della raccolta fondi che aveva organizzato, tutti si mostrarono felici. "Avevano bisogno di aiuto, sono donne, gli hanno detto che non potevano praticare uno sport che amano, quindi ci siamo sentite coinvolte ed eccoci qui", ha detto Marley all'AFP.
Cinque anni dopo la Giamaica ha conquistato la qualificazione per il Mondiale di calcio femminile in Francia. Debutterà il 9 giugno con il Brasile e il 14 se la vedrà con l'Italia.
Mettete salari maggiori nei nostri palloni
Il cosiddetto "gender gap" (ossia la differenza salariale fra uomini e donne), almeno nel calcio, non esiste più in Australia. Le calciatrici professioniste australiane hanno infatti ottenuto un aumento di stipendio che le vedrà ricevere lo stesso salario minimo dei colleghi maschi. In base a un nuovo accordo collettivo – reso noto alla vigilia dei Mondiali di calcio femminile in Francia – la paga annuale base per le giocatrici della W-League è aumentata del 33 per cento ed è stata portata a 16.344 dollari australiani. Già le atlete del cricket erano riuscite a ottenere accordi salariali parificati a quelli degli uomini. La Federcalcio australiana, dopo settimane di trattative piuttosto difficoltose, ha notificato l'accordo sottolineando che è "un risultato che garantisce il principio dell'equità di genere dello stesso salario minimo per lo stesso lavoro".
Dal prossimo campionato le giocatrici di entrambi i campionati "riceveranno la stessa tariffa oraria di retribuzione minima", ha spiegato Greg O'Rourke, presidente della Lega FFA. Fino a due anni fa molte giocatrici della W-League erano considerate dilettanti e ricevevano solo rimborsi spese. Le cose hanno iniziato a cambiare nel 2017 quando, dopo lunghe proteste, le donne hanno iniziato ad ottenere migliori condizioni di lavoro.
L'Australia sarà l'avversaria dell'Italia nella sfida d'esordio della azzurre oggi alle 13.
Sciamani per Marta
"Marta è speranza", il quotidiano brasiliano O Globo riassumeva così, in un titolo, il viaggio della nazionale verdeoro in Francia. Il Brasile non parte favorito per il successo finale e i bookmakers non sono poi così sicuri che possa passare la fase a gironi al primo posto, nonostante tra le sue fila ci sia una delle più forti calciatrici in circolazione, se non la più forte: Marta Vieira da Silva, per tutti più semplicemente Marta. La sei volte pallone d'oro, la Pelé in gonnella, "l'attaccante che potrebbe far penare moltissimi difensori uomini", parola di Ronaldo, salterà sicuramente la partita di debutto ai Mondiali. Sabato 25 maggio infatti la fuoriclasse brasiliana ha riportato una leggera lesione muscolare alla coscia sinistra mentre si allenava. Gli esami successivi non hanno escluso la possibilità che la calciatrice possa giocare la partita di debutto con la Giamaica il 9 giugno e non hanno chiarito ancora se sarà disponibile per il 13 giugno, data della seconda sfida con l'Australia, o almeno per quella con l'Italia il 18 giugno.
Per prevenire l'eventualità di tre partite senza Marta, una ventina di sciamani si sono dati appuntamento domenica in una spiaggia a nord di Recife, che sostengono sia propizia per un particolare allineamento delle stelle, per togliere il malocchio alla stella delle verdeoro. Al campo l'ardua sentenza della bontà delle pratiche sciamaniche.
Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA