Non vi piace il calcio femminile? Chissenefrega
Il calcio in Italia finisce sempre per essere anche qualcos’altro, non solo sport, non solo competizione, ma fenomeno politico e sociale
Mario Adinolfi affida a Twitter un dubbio che effettivamente sta levando il sonno a milioni di italiani: “Sono sessista se dico che il calcio femminile è ridicolo e noioso?”. Come lui, diversi altri personaggi pubblici che hanno esternato sull’argomento negli ultimi giorni si spiegano facilmente: la solita, disperata, ricerca di visibilità social. Più difficile da spiegare invece perché a così tanti anonimi appassionati di calcio il successo crescente del calcio femminile dia così fastidio. Non succede con nessun altro sport. Nessuno ha mai trovato nulla da disquisire sull’entusiasmo popolare intorno alla finale Pennetta-Vinci agli US Open di tennis, o sui successi di Sofia Goggia, o sul secondo posto ai Mondiali della Nazionale di volley femminile. Sono tutti casi recenti in cui lo sport femminile ha raggiunto una dimensione mediatica non inferiore a quella dello sport maschile, conquistando prime pagine dei giornali e serate televisive; e nessuno si è mai sentito minacciato, nessuno si è mai sentito in dovere di comunicare all’universo mondo il proprio disappunto, nessuno ha mai farneticato di “imposizione da parte del regime LGBTQ”.
Senza esagerare nella psicologia sociale da bar, questa reazione a metà tra l’isterico e il primitivo nei confronti del calcio femminile testimonia, una volta di più, che il calcio in Italia finisce sempre per essere anche qualcos’altro, non solo sport, non solo competizione, ma fenomeno politico e sociale. È la sua forza, naturalmente, ma è anche la sua condanna. Non si spiegherebbe altrimenti per quale perversione uno debba infliggersi una cosa che gli fa schifo, come a molti fa legittimamente schifo il calcio femminile: si può guardare un film, addormentarsi davanti alla Formula 1, andare al cinema, fare una passeggiata. Invece no, moltissimi si costringono a guardare le partite, le trasmissioni, si leggono tutti gli articoli, e poi partono con il ritornello sui social: e sono lente, e sbagliano gli stop, e tirano a due all’ora, e sono ridicole, e il marketing, e il femminismo, e questo non è calcio… Come se fosse stato profanato chissà quale spazio maschile, chissà quale primazia politica e culturale. Non vi piace il calcio femminile? E chissenefrega. Non guardatelo, c’è il calciomercato, che è così appassionante, e portate un po’ di pazienza, tanto tra un mese ricominceranno le imperdibili amichevole estive.
[Questo articolo sarà pubblicato sul numero del Foglio Sportivo in edicola domani e domenica 16 giugno.
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