Romeo Anconetani

Il Foglio sportivo

Il Pisa è tornato in serie B, e torna alla mente Anconetani

Enrico Letta

“L’Italia affonda, Romeo pensaci Tu”! Il presidente che gestiva la squadra da padre padrone. Ma alla fine aveva sempre ragione lui

Il Pisa è promosso in serie B e viene in mente il nome di Romeo. La memoria torna immediatamente ad un’idea antica, artigianale e mitica del calcio come lo aveva interpretato e vissuto Romeo Anconetani. Anche perché il Pisa torna in B vincendo, per gli scherzi del destino, proprio a Trieste, città di origine del Presidente per antonomasia, quel grande trascinatore che dopo tanto girovagare e varie vicissitudini, a Pisa si era fermato e aveva fatto fortuna. La fortuna sua, quella di una città intera e quella di tanti calciatori. Riusciva a scovarli dal nulla nei posti più lontani, l’Argentina, la Danimarca, il Brasile, l’Olanda. Li portava a Pisa e poi, da lì, li lanciava nel grande calcio. Uno per tutti Diego Pablo Simeone, l’acclamato Cholo, gran giocatore e ancor più grande allenatore dell’Atletico Madrid. Mi ricordo ancora, da ragazzo, a Pisa, quando arrivò. Si faceva fatica, in curva, a dargli credito da quanto era sconosciuto e magrolino. Poi si impose subito e divenne il beniamino dei tifosi. Romeo lo considerava come un figlio, se lo coccolava letteralmente, come fece con pochi altri. Anni d’oro di una squadra che riuscì a stare in A abbastanza da farci ammirare Maradona e Zico, Platini e Baresi. Una squadra fatta per salire, scendere, e poi di nuovo risalire. Sempre in bilico tra essere in fondo alla A o in cima alla B. Allenatori famosi (Mircea Lucescu su tutti, ancora in attività) e altri meno, buoni soprattutto ad applicare i voleri dell’onnipresente Presidente. Se fosse esistito Google ai suoi tempi, la parola più associata al nome di Romeo Anconetani sarebbe stata “vulcanico”. Non si fermava mai e soprattutto non si dava mai per vinto. Controverso e complesso. Ma indubbiamente un vero condottiero. Non a caso il suo nome è stato aggiunto al nome originario dello stadio di Pisa, da sempre chiamato Arena Garibaldi. Due condottieri fuori dal normale, intemperanti e creativi. Che nei loro diversi ambiti hanno lasciato un segno indelebile. Sempre oltre le regole e sopra le righe.

 

Ero ragazzo ai tempi di Romeo. In quella Pisa a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, era diventato un mito, una specie di talismano al quale ci si aggrappava per tentare di ottenere ciò che pareva impossibile. Nelle eterne lotte con gli odiati fiorentini, all’ennesimo tentativo di scippo dell’aeroporto, in una querelle Pisa-Firenze che peraltro è lontana dal dirsi oggi ancora chiusa, ricordo ancora una scritta che comparve su uno dei muri della città: “Ci voglion togliere anche l’aeroporto, Romeo pensaci Tu”.

 

Gestiva la società calcistica da par suo, come un padre padrone che non ammetteva contraddittori. Ma alla fine aveva sempre ragione lui. Si ricorda una sola grande topica. Alla ricerca di nuovi talenti, pescò in Uruguay un’improbabile punta che si chiamava Caraballo. L’esordio fu disastroso, sbagliò un rigore e lasciò sgomenti i palati fini dell’Arena Garibaldi abituati a Dunga, a Kieft, a Bergreen. Fu subito coniato il motto “Caraballo, quello che segna solo nell’intervallo”. Il povero uruguaiano tornò rapido e mesto da dove era venuto. Ma nemmeno questo fallimento intaccò il mito di Romeo.

  

In realtà Anconetani non fu solo padronale e artigianale nel suo modo di gestire la società e la squadra. Fu anche molto moderno. Nella comunicazione mostrò ad esempio creatività e inventiva inattese. Sono rimasti storici i martedì sera di 50Canale, l’emittente locale pisana, dove accompagnato da Aldo Orsini arringava la piazza per due ore, frusta alla mano, rispondendo alle domande dei telespettatori nella trasmissione cult “parliamo con Romeo”. Se avesse voluto fare il sindaco ci sarebbe senz’altro riuscito. Ma non volle, anche se seguiva sempre con attenzione la politica. Il figlio, Adolfo, era con me consigliere comunale della Dc in quegli anni. Io ero un ragazzino alle prime armi ma se ci ripenso ora, mi viene proprio da dire “quanto ho imparato”! E quanto mi son divertito. E ora che il Pisa è di nuovo in B e le cose son complicate assai nella nostra povera Italia, mi vien voglia di prendere pennelli e vernice e scrivere sul muro del Vittoriano “L’Italia affonda, Romeo pensaci Tu”!

  

Ex presidente del Consiglio, Enrico Letta dal 2015 dirige la Paris School of International Affairs dell’Università SciencesPo a Parigi.

Di più su questi argomenti: