Impiegati, studenti universitari, operai. Tutti in campo sognando la finale di Champions
A poco più di un mese dalla conclusione della stagione 2018-2019 le coppe europee sono già ricominciate. E i calciatori semi-professionisti vivono il loro momento di gloria
Dio salvi le coppe europee, specie se si giocano a luglio e senza fuoriclasse. Neanche il tempo di togliersi dagli occhi la finale di Champions League dello scorso 1 giugno, che i massimi campionati europei sono già ripartiti. Dimenticatevi però Salah e il Liverpool di Klopp, niente fredde serate dal sapore prestigioso. La Coppa dei Campioni oggi si gioca nei torridi campi dei campionati più piccoli, con gli incroci del turno preliminare giocati la scorsa settimana, con squadre da San Marino, Kosovo, Gibilterra e Andorra. Un solo posto in palio al primo turno, certo non un grande calcio, ma sicuramente vivo e combattuto, con tanti club composti per lo più da calciatori semi-professionisti. Ognuna delle quattro squadre meriterebbe di essere raccontata. Il Lincoln Red Imps, ad esempio, arriva da Gibilterra e schiera una formazione infarcita di coppie di fratelli e lavoratori: il portiere Lolo Soler è ingegnere informatico e nel 2018 trovò pure un giorno di celebrità quando si scoprì essere l’estremo difensore meno battuto d’Europa, Joseph Chipolina è impiegato mentre il fratello Roy doganiere, ma l’idolo resta Lee Casciaro, che nel 2016 segnò nientemeno che al Celtic al primo turno di coppa (vinsero all’andata e furono poi travolti al ritorno) mentre di giorno fa il poliziotto.
Sono usciti male, sconfitti 1-0 dal KF Feronikeli, squadra kosovara che ospitava tutte le partite di questa prima fase - in uno stadio intitolato ad un ex calciatore morto durante la guerra, nel ’99 - e che è l’anima calcistica di un’azienda che lavora il nichel molto nota nel paese balcanico. Sono loro ad essere avanzati al prossimo turno, sbarazzandosi nella finale dell’Fc Santa Coloma, arrivati da Andorra. Pure qui si gioca per poche centinaia di euro al mese, pure qui c’è un idolo dei tifosi: si chiama Eloy Casals, fa il portiere e nel 2014 andò in attacco nella sfida contro gli armeni del Banants segnando la rete decisiva per portare il suo club per la prima volta al primo turno. In corsa c’erano anche i sammarinesi del Tre Penne, il meglio oggi del calcio sotto il Monte Titano dopo che a primavera ha strappato il titolo a La Fiorita: in rosa, oltre alle “stelle” Gai e Palazzi, anche un giocatore di 44 anni e uno di 50.
Ora il livello della competizione si alza, entrano in gioco anche alcune big come il Celtic, il Cluj, la Stella Rossa, l’Aik, il Ferencvaros, il Rosenborg e il Bate Borisov. Ma con loro anche tanti altri “underdog”: Dundalk, New Saints, Linfield… È un elogio alla natura più bella del calcio, perché gran parte di queste squadre sa benissimo che non arriverà neanche a vedere con la coda dell’occhio il tabellone generale della Champions, eppure ci sta e dà il massimo, giocandosi la sua occasione fino in fondo.
Anche l’Europa League è già partita, con 14 squadre in campo da Galles, Lussemburgo, Nord Irlanda, Irlanda, San Marino, Isole Far Oer, Kosovo, Andorra e Gibilterra. Tra di loro ci sono anche i gallesi del Cardiff Metropolitan University Fc (in campo oggi, alle 19.30 ndr), compagine calcistica composta da studenti universitari, master e PhD che per la prima volta si è qualificata ad una coppa battendo, a maggio, il Bala Town ai rigori. La loro professione, chiaramente, è studiare: non guadagnano neanche un euro dalla loro attività sportiva, anzi devono pagare 150 sterline a testa a inizio stagione per entrare a far parte della squadra. E delle quasi 200mila sterline che il club guadagnerà dalla qualificazione all’Europa League non arriverà in tasca nulla ai calciatori: alcuni soldi serviranno addirittura per affittare il campo per la gara casalinga con i lussemburghesi del Progres Niedercorn. All’andata hanno perso 1-0 e serve uno stadio grande e a norma per poter scrivere l’impresa. Le coppe europee sono anche questo.