il foglio sportivo
Bambole gonfiabili e cori imbarazzanti
Tutti contro la curva del Livorno (ma non possono dire che sono fascisti). Basta canti volgari!
[Anticipiamo un articolo del numero del Foglio Sportivo in edicola domani e domenica. L'edizione di sabato 2 e domenica 3 novembre la potete scaricare qui dalle 23,30 di venerdì 1 novembre]
A volte basta la partita giusta, da attendere con pazienza, per salvare stagioni iniziate male e proseguite malissimo. A Manchester non sapevano più cosa fare con Solskjær, l’ex giocatore diventato allenatore dello United con lo sguardo da “ma che ci faccio io qui?”. Pareva brutto mandarlo via, uno schiaffo alla storia – e poi onestamente in giro non c’è granché – e allora i Red Devils hanno aspettato. L’1-1 nella partita più difficile, quella contro l’odiato Liverpool, ha dato il via a un piccolo ciclo vincente culminato con il 2-1 contro le riserve del Chelsea in League Cup (non riesco a chiamarla con il nome dello sponsor, scusate). Il gol su punizione di Rashford è di quelli che se li fanno Messi o Cristiano Ronaldo li vediamo in replica ovunque ogni mezz’ora fino a Natale, il ragazzo ormai merita una squadra all’altezza avendo dimostrato di essere all’altezza della storia dello United. Sì, è vero, il 5-5 tra Liverpool e Arsenal in coppa è roba da campionato cinese, ma vorrei sapere quanti di quelli che l’hanno visto si sono annoiati: abbiamo visto probabilmente la consacrazione di un grande giocatore, quel Martinelli di cui Klopp ha detto che così ne nasce uno ogni cent’anni e che l’Italia rischia di farsi fregare dal Brasile (ma a me cosa mi frega, ho la Nazionale che vincerà i prossimi Europei).
A proposito di campionato cinese, fatemi brindare a Marcello Lippi, allenatore della Nazionale con gli occhi a mandorla: il Paul Newman del calcio ha deciso di andare in vacanza quando la Cina giocherà i Campionati dell’Est Asia in Corea del sud il mese prossimo. I giornali lo attaccano, facendo notare che con uno stipendio di 22 milioni di euro all’anno avrebbe potuto rimandare le ferie. Eroe, invece: uno che ha vinto il Mondiale non può andare in panchina a un torneo che come qualità vale un trofeo interparrocchiale. Molto meglio il Natale a Viareggio.
Anche perché da quelle parti almeno si divertono ancora quando si tratta di calcio: dopo un recente Livorno-Pisa, la curva della squadra di casa ha lanciato verso il campo una bambola gonfiabile vestita con i colori degli odiati avversari. Il capitano del Livorno l’ha presa al volo e si è fatto fotografare sorridente con la bambola in mano. Non poteva passarla liscia, ovviamente. L’attacco bipartisan del Consiglio comunale pisano è arrivato più in fretta di un rigore per il Real Madrid quando è in difficoltà: accuse di sessismo, femminicidio, strumentalizzazione, e tutto l’armamentario solito che si tira fuori in questi casi (fascismo no, con la curva del Livorno non si poteva arrivare a tanto).
In attesa che venga formata un’apposita commissione parlamentare su “Sessismo e bambole gonfiabili”, segnalo l’imbarazzo del giovane attaccante del Peterborough United, Ivan Toney, che ha chiesto ai suoi tifosi di cambiare le parole del coro a lui dedicato che elogia la lunghezza delle sue parti basse. Non sarò certo io a cadere in prevedibili stereotipi di genere dicendovi di che colore è la pelle di Toney, ma apprezzo moderatamente il fatto che la sua gentile protesta non ha ragioni di antirazzismo: il buon Ivan vorrebbe che il coro per lui non contenesse volgarità, “così anche i bambini potranno cantarlo”. Una volta i bambini andavano alla stadio per potere dire le parolacce, presto non si potranno più dire le parolacce perché ci sono i bambini. Bel progresso.
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